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Razzismo, ora la Lazio e tifosi sono il capro espiatorio

Lotito Lazio

Nessuno ha sentito i cori ma in questo momento bisognava trovare un esempio. Il caso verrà archiviato ma sul club biancoceleste continua ad essere gettato fango.

redazionecittaceleste

ROMA Qualcuno ha rovinato un'altra festa biancoceleste d'inizio 2019. I tifosi della Lazio? Macché, loro stavolta sono tutti vittime. Di un'onda mediatica che non vedeva l'ora, in un momento in cui si parla solo di razzismo per tutt'altro episodio, di trovare un capro espiatorio.

E quale miglior luogo dell'Olimpico, ovviamente quando gioca la Lazio. Ieri allo stadio alla mezz’ora del primo tempo sarebbero stati intonati due cori offensivi: «Giallorosso ebreo» e «questa Roma qua sembra l’Africa». Il condizionale dovrebbe essere per tutti per lo meno d'obbligo, perché non li ha sentiti quasi nessuno, tranne uno. Colui che ha fatto scattare l'Ansa e soprattutto dai benpensanti nemmeno presenti la gogna. A Roma, nonostante un impianto semivuoto (appena 13mila presenti) che avrebbe dovuto agevolare l'eco, i cori sono stati invece annotati dall’ispettore della Federcalcio presente sotto la curva Nord, che ha prontamente redatto un verbale che comunque ridimensiona tutta la vicenda: “Una minoranza di tifosi, meno del 10% dei presenti allo stadio, al minuto 29 intonava per tre volte cori discriminatori”, si legge tuttavia. E allora dove sta la notizia da prima pagina?

FANGO

Nel referto consegnato al procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro sono stati annotati anche due cori dei tifosi del Novara contro il presidente Claudio Lotito e contro la Lega calcio. Il tutto ora finirà nelle mani del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, che in settimana deciderà sul da farsi. Il metro di giudizio, in questi casi, è legato alla percezione e alla potenza del coro. Anche secondo gli ispettori non è stata forte e chiara, non li uditi nemmeno l'arbitro Eugenio Abbattista, eppure oggi alla luce del tam-tam mediatico si è scandalizzata tutta Italia. Finirà ovviamente tutto in una nuvola di fumo, il caso verrà archiviato e non ci sarà nessuna squalifica né multa per il settore della Lazio. Eppure ancora una volta è stata gettata sul popolo biancoceleste un'enorme quantità di fango. Solo perché in questo momento di battaglie contro violenza e razzismo nell'imminente bisognava per forza trovare un episodio da esempio di sfondo. Avevate dubbi che sarebbe stato trovato a discapito della Lazio. In aiuto della quale, se proprio vogliamo considerare questi brusii, ci sarebbe pure una sentenza della Cassazione che lo scorso gennaio ha decretato che l’espressione “giallorosso ebreo” è confinabile nella “mera derisione sportiva”. Intanto la Digos ha aperto una indagine e tramite i filmati delle telecamere presenti allo stadio sta cercando di individuare i responsabili.

PSICOSI

La Lazio, tramite il portavoce Arturo Diaconale si è immediatamente difesa: “Faccio parte di quel 98% di quei spettatori che i cori non li ha sentiti. Non metto in discussione né la buona fede né tanto meno l’udito di chi li ha ascoltati. Se ci sono stati la società condanna qualsiasi tipo di coro razzista e antisemita, ma bisogna anche valutare le dimensioni del fenomeno”, aggiungendo poi: “Credo ci sia una forma di psicosi che gonfia episodi e questioni marginali e minoritarie apparentemente inesistenti in questioni gigantesche. Ho letto i cori nello stadio, come se tutto lo stadio avesse fatto cori razzisti. Viviamo in un ambiente particolare in cui le notizie possono girare in tutto il mondo e danneggiare l’immagine della società”. Infine rimarca: “Se poi ci sono piccolissimi gruppi che possono approfittare della psicosi mediatica, in modo da sottoporsi all’attenzione generale, può essere che ci sia, ma non bisogna favorire questi tentativi al di fuori della loro reale identità”. In difesa del club biancoceleste si è schierato anche il direttore del Tg 5 Clemente Mimun, da sempre molto vicino a questi temi: “Mi sottoporrò ad un esame audiometrico visto che ero all’Olimpico e non ho neanche percepito cori razzisti. Ho, invece, sentito chiaramente quelli “soliti” contro la Roma e quelli particolarmente offensivi dei supporter del Novara contro Claudio Lotito”. Stessa idea del Vice Presidente del Consiglio regionale Lazio, Giuseppe Cangemi: “Gli unici cori offensivi che si sino levati oggi all’Olimpico sono stati quelli dei tifosi del Novara contro la Lazio e il presidente Lotito. Ero allo stadio e non ho sentito cori razzisti”.

VOLANTINI

Sulla questione è intervenuto anche il capo degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio “Diabolik “ Piscitelli: “I tifosi della Lazio oramai sono un bersaglio facile ma noi ci siamo stufati. Andremo sempre controcorrente, tanto chiunque si alza può dire di tutto di noi. Addirittura, quando hanno fatto i manifesti contro di noi hanno detto che ce li siamo fatti da soli... Che c’è da dire? Se sei indifendibile, non ti difendi nemmeno. Comunque non è che i cori mi scandalizzino. Non è reato fare i cori. E il calcio, purtroppo, e dico purtroppo, non è il rugby”. L’episodio arriva al termine di una settimana molto calda sul fronte degli ultrà. Dopo il giro di vite chiesto a gran voce dal Viminale sono arrivati gli incidenti in Piazza della Libertà e gli adesivi antisemiti firmati da un gruppo ultrà della Roma. Anche su questi ultimi la Polizia ha aperto un’indagine.

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