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Lazio: una sconfitta meritata, da cui si deve imparare

Curva Nord-Gabbo
Inzaghi è già al lavoro per analizzare la sconfitta nel derby di ieri contro la Roma

cittacelesteredazione

di Simone Cesarei

ROMA- Il giorno dopo è sempre quello più duro. Oggi ogni laziale si è svegliato con l'amaro in bocca, stordito da un derby perso meritatamente, ma da cui si può imparare molto. Un 2-1 che fa male, una sconfitta che brucia. Quando si dice che il derby di Roma è in grado di capirlo solamente chi lo vive, non si sta esagerando. La stracittadina è un momento sociale, un misto di eccitazione e paura, emozione e angoscia. Difficile da spiegare, meraviglioso da vivere. Una sfida che trascende il calcio, una lotta tra due facce della stessa medaglia. Non esiste Lazio senza Roma, e non esiste Roma senza Lazio. Vivere il derby significa anche accettare il verdetto del campo, e convivere con le emozioni e gli sfottò che ne derivano. Ieri il risultato ha sorriso alla Roma, all'anima giallorossa della città, e il laziale deve far splendere il sole, anche in una giornata in cui tutto sembra grigio. Gioie e dolori, è il destino di ogni tifoso romano. Svegliarsi la domenica consapevole di aver perso la partita più importante, fa male. Si può scegliere però se crogiolarsi nel proprio sconforto, oppure reagire, per ricominciare a volare verso traguardi sempre più ambiziosi.

ORGOGLIO

Ciro Immobile, attaccante della Lazio

Chissà cosa ha pensato Simone Inzaghi, in quei quattro minuti maledetti. Minuti in cui ha visto tre punti importantissimi sfuggirgli di mano, che ha sognato di riagguartare nel finale, ma alla fine si è dovuto arrendere ad una partita nata storta. Si, perchè ai complimenti alla Roma per aver preparato al meglio il match, intasando le vie centrali cosi da non permettere alla Lazio ripartenze in verticale, va aggiunta anche la prestazione di Immobile e compagni. Sottotono, confusi, disorientati. Il pressing alto della squadra di Di Francesco ha mandato in tilt la collaudata macchina da guerra biancoceleste, incapace di mantenere lucidità negli ultimi trenta metri, e commettendo leggerezze difensive che alla fine sono costate carissime. Non c'è solo la prestazione da incubo di Bastos dunque, nella disfatta laziale. C'è un'intera squadra rimasta tramortita da quell'uno-due micidiale firmato Perotti-Nainggolan, ma che è entrata in campo fin dal primo minuto con la paura di vincere. Alla fine ha trionfato la squadra che ha meritato di più, che ha lottato su ogni pallone con grinta e lucidità, azzerando le qualità offensive dell'avversario in ripartenza. La Roma si prende gli applausi del suo pubblico, superando i cugini in classifica. La Lazio non esce ridimensionata da questo derby, ma deve cominciare a chiedersi chi vuole essere in questo campionato. Ora servirà tutta la bravura di Inzaghi per non far perdere certezze ai suoi, per ribadire ancora una volta che questa squadra può ambire a traguardi importanti, quelli che la sua gente merita. Anche ieri in Curva Nord i tifosi laziali hanno vinto la propria partita, nel nome di Gabbo, e gli applausi dei rivali romanisti al ricordo di quel ragazzo scomparso troppo presto sono lo spot più bello per il derby più bello del mondo.

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