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Crollo MILAN…

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Toda Joya, inequivocabile bruttezza. La Joya, il gioiello, è Paulo Dybala, attaccante del Palermo che si prende la scena e gli applausi di un San Siro che per il resto è costretto soprattutto a fischiare. Il Milan perde la sua...

redazionecittaceleste

Toda Joya, inequivocabile bruttezza. La Joya, il gioiello, è Paulo Dybala, attaccante del Palermo che si prende la scena e gli applausi di un San Siro che per il resto è costretto soprattutto a fischiare. Il Milan perde la sua seconda partita stagionale e la striscia positiva di Inzaghi (2 vittorie e 4 pari) si ferma nel momento tutto sommato più atteso: con Fiorentina e Cagliari le avvisaglie di una pericolosa involuzione c’erano già state. Finisce 2-0 per i siciliani che con lo stesso punteggio avevano battuto i rossoneri in trasferta le altre due volte nella loro storia. Ma a Iachini interessano soprattutto il secondo successo consecutivo in campionato dopo quello con il Chievo e il balzo a quota 12 in classifica, a +6 sulla terzultima.

 

LIMITI — Le palle inattive e una difesa capace di subire 14 gol in 10 partite sono sicuramente un limite: mai, del resto, nell’era Berlusconi il Milan aveva incassato almeno una rete in 9 delle prime 10 giornate di campionato. Ma il problema, per Inzaghi, è che non è l’unico. Lui ha provato a dare l’iniezione di qualità schierando Saponara titolare al posto dello squalificato Muntari a 194 giorni dalla sua ultima presenza in campionato. Ma non ne ha ottenuta granché. Per venti minuti Menez si è dato da fare regalando un pallone d’oro sprecato da Poli, conquistando una punizione sui cui sviluppi Torres ha sfiorato il palo e provandoci lui stesso dal limite. Poi è diventato via via irritante, beccandosi spesso i fischi del pubblico. E gli altri non hanno fatto nulla di più, mentre il Palermo si godeva anche il ritrovato Maresca. Prima presenza da titolare, poco fiato, ma ancora tanta qualità per gestire palloni e persino recuperarne finché le energie lo hanno sorretto.

 

REAZIONE NULLA — Entusiasmo era stata la parola chiave di questo inizio stagione del Milan. Nessuno si illudeva che potesse bastare, ma stavolta è mancata anche la reazione che per tre volte (Empoli, Cesena e Cagliari) aveva permesso alla squadra di recuperare da una situazione di svantaggio. Diego Lopez ha evitato il 3-0 poco prima dell’intervallo su una sventola di Barreto, Sorrentino non è stato mai impegnato. Inzaghi ha cambiato anche due volte modulo passando al 4-2-3-1 con l’ingresso di El Shaarawy al posto di Poli (e arretrando Saponara a centrocampo) subito dopo l’intervallo, poi al 4-1-3-2 con Pazzini al posto di un abulico Honda a metà ripresa. Tentativi a effetto zero. Come i gol del Milan in una notte stregata. Come se fosse ancora Halloween. Solo che non c’è nulla da festeggiare. (Gazzetta.it)