È morto a 95 anni a Manhattan Sid Bernstein, l’uomo che concesse al pubblico la possibilità di godere dal vivo della musica di Beatles, Kinks eRolling Stones. Il suo interesse per i “Fab Four” nacque nei primi anni Sessanta, quando scoprì dalle riviste britanniche che i loro concerti si trasformavano regolarmente in scene di isteria collettiva. Sid lavorava come promoter alla General Artist Corporation, e ai tempi della prima telefonata al manager dei quattro di Liverpool, aveva già organizzato il West Coast Tour di Tito Puentes, nonché live di Miles Davis, Tony Bennett e Judy Garland. Contrariando tutti i colleghi, che ritenevano i Beatles un fenomeno prettamente locale, Bernstein decise di andare fino in fondo a quella intuizione, e convinse Brian Epstin a far suonare Paul, John, George e Ringo al Carnagie Hall in America. Quel che segue sono due date che tutti i beatlesiani doc dovrebbero ricordare: Carnegie Hall nel 1964 e Shea Stadium il 15 agosto del 1965.
Si dice, per altro, che l’impresario avesse già fermato una seconda data allo stadio, prevista per il 23 agosto dell’anno successivo, ma i Beatles decisero di porre fine al tour statunitense alla fine del ’65, dopo che la famigerata frase di John Lennon – che la band fosse più famosa di Gesù – aveva dimezzato le vendite dei biglietti. Anche dopo lo scioglimento del gruppo di Liverpool, Bernstein tentò più volte di convincerli a suonare nuovamente insieme, ma anche le sue più laute offerte economiche non bastarono a convincere i quattro.
Ma i Fab Four non furono l’unica stella a brillare nel suo firmamento professionale. Poco più tardi, al Carnegie Hall, il promoter americano portò anche un altro gruppo inglese che stava esplodendo in quegli anni: iRolling Stones. I fan di Jagger e soci, però, erano particolarmente scatenati e maleducati, al punto che il responsabile del teatro proibì a Bernstein di organizzare concerti lì per diversi anni. Cambio di location e di protagonisti: Sid decise di spostare il suo “business” al Paramount Theatre di Times Square e all’Academy of Music, e qui lanciò i Kinks, gliAnimals e tante altre band britanniche che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del rock e della musica in genere. «Il segreto del mio successo è che ho sempre amato la buona musica e le persone», scrisse Bernstein sul suo sito web. «Oggi quasi tutti i promotori di concerti non sono più nel settore per l’arte: riguarda tutto solo ed esclusivamente il denaro e ci può anche stare, visto che viviamo in una società capitalista. Ma io sento che gran parte del lato artistico e passionale del lavoro è andata perduta. Non dovrebbe essere solo una questione di soldi, ma di amare quel che fai nella vita».
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