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Pandoro indigesto al Bentegodi: la Lazio non sa più vincere (e ora anche giocare)

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VERONA (di Mi.Bor.) - La scossa non c'è stata. Dopo le sconfitte contro Empoli e Juventus la Lazio non ingrana la marcia, rimane in folle e vivacchia senza dare una senso alla trasferta scaligera. E dire che il primo tempo aveva offerto una...

redazionecittaceleste

VERONA (di Mi.Bor.) - La scossa non c'è stata. Dopo le sconfitte contro Empoli e Juventus la Lazio non ingrana la marcia, rimane in folle e vivacchia senza dare una senso alla trasferta scaligera. E dire che il primo tempo aveva offerto una squadra non certo pimpante, ma quantomeno organizzata, capace di offrire spunti di gioco interessanti non concretizzati. Le fasce venivano “arate” dal duo Candreva-Braafheid, capaci di intercambiarsi all'interno di un meccanismo oliato con Mauri e Parolo. Poi, negli ultimi 16 metri, senza uno Djordjevic avviluppato in un ruolo fisico e di raccordo fra i reparti, tutto svaniva in una grossa bolla di sapone.

 

E' stato forse questo a caricare il Chievo di Maran, capace di rientrare dagli spogliatoi con l'enfasi giusta per affrontare la seconda frazione di gioco. I clivensi sono cresciuti, cresciuti tanto col passare dei minuti e hanno creato scompiglio in un paio d'occasioni all'interno dell'area biancoceleste. I capitolini, dal canto loro, hanno recitato un ruolo di 'attori non protagonisti', mettendo in campo tutta la loro 'non-voglia', capace di dare campo ai gialloblu in uno stato quasi di narcolessia. Neanche cambiare tutto l'attacco è servito a Pioli per dare una scossa: a impensierire l'ex avvelenato Bizzarri ci ha pensato un sinistro di Mauri e una zuccata di De Vrij. Troppo poco, troppo mediocre.

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