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Batosta pure col Chievo: Pioli rischia di sbagliare panchina…

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La sua squadra sicuramente crescerà, ma sarà troppo tardi. Doveva già essere cresciuta: Stefano da Parma non allena più il Chievo.

redazionecittaceleste

ROMA - Ma che succede alla difesa della Lazio? Sembrava un muro l'anno scorso, ora è un colabrodo. Radu sabato scorso, de Vrij e Mauricio nella terribile notte di Leverkusen, stasera anche Gentiletti. Altro che Santiago subito, Berisha lo maledice: prima si fa saltare e lascia lo spazio a Meggiorini per calciare, poi devia in rete la sua conclusione. Che disastro. Anche perché c'è il doppio zampino negativo anche nel raddoppio del Chievo. All'autore del primo gol riesce il colpo della vita, un tacco-cross in scivolata dalla linea di fondo, Gentiletti rimane in mezzo al nulla impietrito: al centro, tutto solo, Paloschi la mette dentro con una capocciata. Nessuno scampo. E pensare che l'argentino sembrava essersi fatto perdonare il primo errore due minuti più tardi, con un bel recupero proprio sull'ex milanista, involatosi sino a pochi passi dalla rete.

LO SCORE - S'è tolto la sei dalle spalle per ridarla a Mauri, nessuna mutazione. E sempre lo stesso peso con la “vecchia” 18. Per carità, non è certo Gentiletti (che ha un conato d'orgoglio ancora su Paloschi nel secondo tempo in scivolata) l'unico neo di una difesa che fa acqua da tutte le parti, ma i laziali fremevano per rivederlo al fianco di de Vrij per formare una coppia insuperabile. E invece lo score urla 10 reti subite in 5 partite (Supercoppa con la Juve compresa) ufficiali (in tre di queste, Santiago era in campo dal 1'), perché dovete aggiungere anche il capolavoro nel sette di Birsa e il poker di Paloschi: il Chievo aveva vinto soltanto una volta nelle ultime 12 sfide contro i biancocelesti.

DURA L'EX - C'è pure la dura legge dell'ex. Berisha non può nulla sui gol, Bizzarri compie invece i miracoli: uno a inizio gara su un diagonale di Candreva, poi ferma Keita, infine si supera nella ripresa su una capocciata rabbiosa di un comunque irriconoscibile Parolo. I tocchi di suola di Kishna non alleviano i dolori della Lazio, Candreva (gol divorato sullo 0-0 a due passi) esce strappandosi la fascia per un Felipe, non più così Felipe. E allora come fa ad essere contento Pioli, col senso di colpa d'aver coperto un mercato boomerang? La sua squadra sicuramente crescerà, ma sarà troppo tardi. Doveva già essere cresciuta: Stefano da Parma non allena più il Chievo.

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