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UN ABBAGLIO DI LULIC E TORNA IL MAL DI TRASFERTA

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La Lazio viene raggiunta a 15 punti proprio dal Sassuolo, un macigno in classifica.

redazionecittaceleste

ROMA - Un raggio di Lulic abbaglia la Lazio e soprattutto l’assistente di Guida. Sbandata arbitrale sul rigore fischiato a Cannavaro. Per vedere il tocco serve il microscopio, ma Berardi sul dischetto non prova il senso di colpa. Biancocelesti subito sotto, ma incapaci di reagire come avevano fatto nell’ultima trasferta a Verona. Al rientro dalla sosta, riecco il “vecchio” male lontano dall’Olimpico. La difesa torna a scricchiolare, frana nella ripresa con Mauricio e Gentiletti completamente in bambola. In realtà, il più colpevole nel raddoppio del Sassuolo è Milinkovic, spostato da Pioli all’inizio del secondo tempo a centrocampo per rimuovere un “distruttivo” Onazi. Il serbo anticipa e sradica palloni, ma non è ancora pronto: meglio sulla trequarti, trema ancora la porta di Consigli.

ASSENZA - L’assenza di Biglia si sente, eccome: “Nessuno può sostituirlo”, giurava Cataldi alla vigilia. E aveva ragione, purtroppo: troppi palloni buttati, poche idee in un 4-2-3-1 che - almeno inizialmente - sembra più un 4-4-1-1 col fantasma di Klose in avanti. Non che Candreva tiratore di bombe lo aiuti poi tanto, né Felipe sia nella sua giornata migliore. E’ già la tredicesima partita per il brasiliano in questa stagione, nessun compagno biancoceleste come lui. Ecco perché: Andershow, quando arriva arriva. Al Mapei Stadium c’è il bis in due anni: al 66’ riapre la partita con un tapin su assist di uno straripante Keita. A lui che entra, lasciate ogni speranza. Invece nulla. Ancora un record negativo difensivo: 12 reti subite e appena 3 realizzate. La Lazio viene raggiunta a 15 punti proprio dal Sassuolo, un macigno in classifica.

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