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Lazio, ora Klose è un diventato un caso. Il Kaiserslautern preme per averlo a Gennaio. Pazzini l’alternativa

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Magari la Coppa Italia non rientra neanche fra gli “obiettivi sportivi” d’un campione del mondo. Fatto sta che, di Klose, è rimasta solo la maglietta appesa all’armadietto. Del tedesco non c’è traccia in...

redazionecittaceleste

Magari la Coppa Italia non rientra neanche fra gli “obiettivi sportivi” d’un campione del mondo. Fatto sta che, di Klose, è rimasta solo la maglietta appesa all’armadietto. Del tedesco non c’è traccia in campo. Anzi sì: un’ora e mezza prima della sfida di Coppa Italia col Varese, parlotta con Basta nel riscaldamento. Miro, pronto a partire titolare alla vigilia dopo le polemiche d’addio, scende regolarmente dal pullman con la divisa biancoceleste nuova di zecca. Borsone e tanta voglia di sporcarsi. Così aveva tuonato il giorno prima: “Voglio giocare di più”. Eppure si blocca, ironia del destino, chissà nella discesa dalla rampa. Perché era allo stadio in tuta se stava male dal giorno prima? “Non c’è nessun caso. Miro doveva giocare, ma ha sentito il riacutizzarsi di un problema alla schiena nell’ultima rifinitura. Per me è un valore aggiunto – giura Pioli – e tornerà a disposizione domenica”. Vertebre piegate dai suoi 36 anni. Così il rumore “mondiale” non si smonta, piuttosto decolla in un volo per Monaco. Perché oggi Klose sarà in Germania per 24/48 per le cure del professor Wohlfahrt, il suo luminare di fiducia. E magari per accordarsi col Kaiserslautern a gennaio? “Io non ci penso – assicura Pioli – e questo non è il momento di parlarne”. CORSI E RICORSI Il pensiero impuro sorge spontaneo, è una battuta neanche troppo maligna. Perché in Germania, dove Klose si confida, sono piuttosto convinti di un suo addio già a gennaio e di un possibile ritorno in Bundesliga. Non solo: a Formello hanno chiesto spiegazioni per le sue parole, Miro non le ha smentite né rettificate. S’è spiegato con Pioli, Miro non ha nessun problema con lui, anzi il rapporto è quasi da “vice”. Piuttosto il mal di panzer è voglia di sentirsi ancora importante sul campo. Il tedesco aveva gli stessi sintomi, poco prima di lasciare il Bayern: la panchina gli stava sempre più stretta, per questo era sbarcato alla Lazio. NUOVO CORSO Tre anni e mezzo dopo però, ragioni biografiche, la Klose-dipendenza biancoceleste per fortuna è finita. Palla a Djordjevic e c’abbracciamo, Miro se ne faccia una ragione. A Lotito e Tare piace che sia ancora competitivo, ma guai a trasformarsi in un problema da oltre due milioni d’euro. IL SOSTITUTO Vale oro l’immagine di Klose per la Lazio. Che è riconoscente a Miro, ma non può essere certo sua prigioniera. Il tedesco deve accettare le scelte del mister e i verdetti dell’età che avanza. Eccosi dimostrato, gliele avevano proibite in Baviera, le capriole di dissenso ora gli costano un altro mal di schiena. “Il panzer voleva provarci sino all’ultimo, per questo si era presentato ieri all’Olimpico”, assicurano dalla Lazio. Klose s’era seduto sul lettino un’ora prima del match col Varese, ma nemmeno una puntura lo aveva resuscitato. Così lui, dritto, torna in Germania. Stavolta niente premi, solo “iniezioni di fiducia”. Alla Lazio un mese fa era stato proposto un sostituto, Pazzini, che sta trovando poco spazio al Milan: un pour parler Galliani-Lotito, che era morto lì, di cui vi avevamo già accennato. Ma se davvero Klose trovasse un’altra casa a gennaio, non sarebbe poi così una “Pazza” idea. (Il Messaggero)