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EUROPA LEAGUE – Lazio, finisce male quel che debutta bene

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Il commento del match a cura di Cittaceleste!

redazionecittaceleste

ROMA - Si prende la punizione e anche il gol. Alla prima da titolare, Sergej va a canestro. Una schiacciata di testa – peraltro provano a rompergliela – al 34’. La fantasia baby nel turnover totale di Pioli funziona in un lampo: Kishna serve il cioccolatino dalla mattonella, Milinkovic-Savic la scarta con quel ciuffo ribelle. Sempre abbonato a un giallo a partita, rischia persino il rosso, tutta colpa del suo Dna slavo. Esordio dal primo minuto in Europa League, ecco anche la prima rete. Narravano del vizio del gol (9 in 40 partite), adesso anche i laziali possono iniziare a raccontarne le gesta. Tutti però se l’aspettavano al posto o al fianco di Biglia, la Lazio lo scopre sulla trequarti. Sergej aveva tra l’altro già scaldato il piede la scorsa settimana in Nazionale: doppietta contro la Lituania Under 21 per far capire a Roma chi era. Il migliore dell’ultimo mondiale baby, mica quel Marcantonio lento e ingolfato del primo mese biancoceleste.

POCO CINISMO - Ecco il genio catalano, d’altronde sul talento era difficile discutere. Anzi la Lazio c’aveva messo a caro prezzo la firma: 9 milioni al Genk più le commissioni (intorno al milione) al procuratore Kezman. Fondamentale la sua intermediazione sulla mancata firma di Sergej a Firenze: c'era una promessa da tre mesi alla Lazio. Mantenuta. Eppure adesso ce n’é un’altra da confermare: «Sarà lo Yaya Touré biancoceleste». Magari. Il fisico è quello, 192 centimetri d’esplosività, più di Pogba e Kondonbia, per intenderci. Dall’alto Milinkovic-Savic guarda tutto con altri occhi, adesso persino Matri. Si becca lui stasera il trofeo dell’uomo degli esordi. Peccato per Alessandro, poteva mettere dentro una meravigliosa palla di Onazi al 15’. Bene il nigeriano al posto di Cataldi, ci si aspetta invece molto di più da Felipe Anderson dopo la “sponsorizzazione” della sorella-manager Juliana. Fiammate discontinue, il brasiliano sembra sfiduciato e talvolta indolente. Peggio Radu, dietro di lui. E anche Gentiletti, che allo scadere si fa superare dal passaggio per il pari dell’1-1. Da bocciare la poca cattiveria della Lazio, che pensava di voler gestire le energie per Napoli con appena un gol di scarto. Finisce male quel che debutta bene.

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