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Milinkovic: cuore, fosforo e polmoni al servizio dei compagni. Candreva, troppa sufficienza

Candreva
Milinkovic recupera i palloni, li ripulisce ed innesca il gioco offensivo.

redazionecittaceleste

Di Andrea Colacione

Il risultato conta sempre e ieri contava parecchio ma tutto ciò non può offuscarci i giudizi che vanno sempre dati con equilibrio ed in base alle prestazioni. E la prestazione ieri c’è stata eccome, o almeno c’è stata per lunghi tratti del match. La Lazio ha fatto la sua partita, cercando di portare a casa i tre punti, anche quando il match si stava mettendo male. Purtroppo gli episodi hanno fatto la differenza ma la mentalità c’è stata eccome ed è una mentalità imposta dall’allenatore, ieri a mio avviso ignobilmente contestato da una parte della tifoseria che viceversa può contestargli soltanto una cosa e cioè l’eccessivo aziendalismo. Certi commenti apparsi in serata sui vari social devono far riflettere su quanto la piazza romana (per la verità su entrambi i fronti) debba ancora crescere. C’era chi rimpiangeva il buon “Don Abbondio” Reja o chi lo reputava più bravo di Pioli semplicemente perché aveva vinto. Reja ieri ha fatto la sua partita, così come sta facendo disputare all’Atalanta un ottimo campionato e questo va detto perché sarebbe da sciocchi non ammetterlo ma occorre fare qualche precisazione. Intanto è molto aiutato da Bollini per gli schemi d’attacco, visto che fino a qualche tempo fa si dedicava soltanto alla difesa e che il 4-3-3 o qualcosa di simile a lui procurava soltanto fastidiose allergie. E poi ditemi voi se la partita l’ha vinta Reja o lo sciagurato autogol di Basta (un’imprevista Mauriciata per un calciatore bravissimo!) ed il pessimo piazzamento della difesa laziale sul secondo gol orobico? Una squadra che vuole crescere e che punta a traguardi importanti, insegue la vittoria ad ogni costo e non si accontenta di un “punticino” a Bergamo che avrebbe inciso molto poco nella classifica presente e futura, nonostante un campionato equilibrato. Ed a chi rimprovera a Pioli il fatto di non aver inserito un altro centrocampista (considerazione che ci può anche stare), rispondo che purtroppo in panchina non c’era un altro Biglia o qualcosa di simile. Ripeto uno slogan che è uno dei miei cavalli di battaglia e cioè che il calcio è di tutti ma non è per tutti. La Lazio ieri ha perso essenzialmente per due motivi: il calo fisico avuto nel secondo tempo e le carenze strutturali in alcuni ruoli che ormai conosciamo a memoria da tempo. Mi riferisco alla difesa ed al ruolo del centravanti. E chi vuol capire capisca… Questa squadra ha un’ottima base ma se non verranno colmate come si deve certe importanti lacune, a fine stagione staremo qui a rimpiangere ciò che poteva essere e non è stato ed a fare i soliti discorsi triti e ritriti.

MILINKOVIC SAVIC: IL MIGLIORE. Duttile, battagliero e continuo nel rendimento, questo ragazzone serbo sta crescendo sempre di più ed è ormai una realtà nell’undici biancoceleste. Sempre pronto a fare legna ed a proporsi tra la linee, Milinkovic recupera i palloni, li ripulisce ed innesca il gioco offensivo. Ieri ha fatto impazzire De Roon con la sua freschezza e con la sua fisicità, confermando tutto il bene che c’è in lui anche quando Pioli lo ha spostato dalla posizione di trequartista a quella di mediano di qualità. E vi posso garantire che questo ragazzo ha ancora ampi margini di miglioramento.

IL PEGGIORE: CANDREVA, TROPPA SUFFICIENZA. Ha grande qualità e lo sappiamo tutti ma ieri ha giocato con eccessiva sufficienza, gigioneggiando in giro per il campo senza alcun costrutto. Gli è mancato il carattere e non ha espresso neppure la consueta qualità. E’ stato poco lucido ed ha sbagliato più o meno tutte le rifiniture e per giunta è andato una sola volta al tiro. Ho la vaga impressione che in questo preciso momento il ragazzo non sia troppo sereno…