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Polveriera Lazio, anche Tounkara si sfoga

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La Lazio è una polveriera. Non bastavano l’ira di Lotito per la frenata in campionato, i malumori di Gonzalez e l’esplosione del caso Klose, che ha scelto la Bild per preparare il terreno a un possibile divorzio a gennaio. Ieri...

redazionecittaceleste

La Lazio è una polveriera. Non bastavano l’ira di Lotito per la frenata in campionato, i malumori di Gonzalez e l’esplosione del caso Klose, che ha scelto la Bild per preparare il terreno a un possibile divorzio a gennaio. Ieri ci si è messo anche Mamadou Tounkara, centravanti della Primavera e grande speranza per il futuro della Lazio, il fratellino di Keita, altro talento sbocciato nella Cantera del Barcellona e portato a Formello tre anni fa. Sfruttando la sponda Twitter, se l’è presa con Pioli, regalando un altro titolo di giornata. Uno dei suoi idoli è sempre stato Balotelli. Non è bastato cambiare numero di maglia, abbandonando il 45 e prendendo il 78, per dimostrare di aver ereditato le stesse cattive abitudini. Un’ora dopo la partita ha scaricato la sua rabbia su Pioli, colpevole di non averlo fatto entrare in Coppa Italia, retwittando i messaggi dei tifosi. Il primo, lanciato da Angelo Costantini, era offensivo. «Ma perché questo figlio di… di Pioli non fa entrare Tounkara». Il tweet non è sfuggito alla rete e pochi minuti dopo l’attaccante di origine senegalese lo ha rimosso. Lasciandone però altri due, senza parolacce, ma con lo stesso significato. «Io però avrei fatto entrare Tounkara invece che Mauri» ha scritto Max Arcangeli e la stessa domanda è stata lanciata da Francesco della Curva Nord. «Perché mettere Mauri in una partita chiusa quando può esordire un giovane come Tounkara?».

Percorso. Gli interrogativi sono naturali ed erano già scattati prima che ci pensasse Tounkara a veicolarli sul web. Certo l’atteggiamento non può piacere e non può essere giustificato. Verrà di sicuro multato dalla società. E’ un ragazzo ancora più difficile di Keita da gestire. In estate per punizione era stato escluso inizialmente dal ritiro di Auronzo. Doveva servirgli da lezione per crescere. Evidentemente ancora non è maturato. Si era riproposto bene nella seconda fase della preparazione estiva. Ha mezzi tecnici e fisici, dimostrando di poter già stare in prima squadra. Reja e Bollini lo avevano fatto debuttare all’ultima di campionato nel maggio scorso. Pensava di stare nel gruppo della serie A. Ha invece faticato e sofferto molto la permanenza nella Primavera di Inzaghi, dimostrando spesso di non essere motivato. Fuori Klose, sperava di entrare negli ultimi minuti della partita. La delusione è stata grande, ma avrebbe fatto meglio a contenerla. (Corriere dello Sport)