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#SUPERCOPPA – Wang Hui e il terreno della vergogna

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SHANGHAI - Sabbia per riempire le buche, erba buttata sul terreno per regalare un effetto cromatico diverso al campo spelacchiato. I cinesi ieri hanno provato invano a nascondere la vergogna dello stadio di Shanghai senza peraltro salvare da una...

redazionecittaceleste

SHANGHAI - Sabbia per riempire le buche, erba buttata sul terreno per regalare un effetto cromatico diverso al campo spelacchiato. I cinesi ieri hanno provato invano a nascondere la vergogna dello stadio di Shanghai senza peraltro salvare da una figuraccia il calcio italiano, racconta stamattina il Corrieredellosport. Ha vinto Wang Hui, il capo della UVS (United Vansen Sport): ha finito di pagare la Lega di serie A, era l’ultima edizione da contratto della Supercoppa, e ha imposto le sue regole, disattentendo gli accordi presi a luglio. Niente agronomo e giardinieri italiani, tenuti fuori dallo stadio anche ieri, dopo una trattativa durata cinque ore con Lotito, con il presidente Beretta e con il direttore generale Brunelli venerdì notte. La UVS avrebbe dovuto dare in gestione alla Lega il campo da mercoledì 5 agosto, il giorno dopo l’amichevole tra il SIGP (la squadra di Eriksson) e l’Atletico Madrid, invece non l’ha fatto. Quattro giorni sarebbero bastati per risistemarlo all’agronomo Giovanni Castelli (a Shanghai da metà luglio) e ai suoi giardinieri, che avevano lavorato sui campi di allenamento consegnati a Juve e Lazio.

 

 

CONSEGUENZE - E’ stata una brutta finale su un campo indecente: il pallone rimbalzava male, le zolle di terra saltavano per aria. Mercoledì 5, come ha fatto sapere la Lega, all’ultimo sopralluogo per l’ispezione sul campo avevano partecipato anche la Lazio e la Juve. In quel momento esistevano due possibilità: tornare a casa e non giocare la Supercoppa oppure, come tutti ritenevano, lavorare sul campo. La variabile Wang Hui ha, però, fatto saltare il piano. 

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