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Caos mercato, D’Amico: “Trattative anche a settembre e ottobre”

Le dichiarazioni dell'agente Andrea D'Amico

redazionecittaceleste

ROMA - Andrea D'Amico, storico agente, intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato della questione contratti, mercato e il resto dei nodi spinosi ai quali si andrà incontro con lo slittamento della stagione oltre il 30 giugno. Ecco come si è espresso a tal proposito: "Contratti? La Fifa era stata chiara, suggerendo di fissare la scadenza al termine della nuova stagione. Di conseguenza, dovrebbe ufficializzare questo “passo”, fondamentale per chiudere i campionati in tranquillità. Cito Mertens come esempio: se il Napoli continuasse a giocare, che senso avrebbe negoziare un nuovo accordo valido per due mesi? Chi è in scadenza deve liberarsi al 90’ dell’ultima partita giocata con l’attuale squadra".

Per i prestiti secchi la situazione è pressoché identica.

"Stesso concetto: si rientra a fine luglio o a metà agosto, comunque al termine della stagione. Non cambia nulla per chi è stato ceduto a gennaio per giugno: Petagna finirà con la Spal il 13 agosto? Andrà al Napoli il 14. Non vedo altre idee per garantire la regolarità della torneo".

Per quanto riguarda i riscatti, rimane tutto invariato?

"In teoria entro il 30 giugno si potrà procedere per l’acquisto del calciatore in prestito con diritto, ma servirà una normativa che possa, come dire, ufficializzare questa possibilità".

Capitolo tempistiche: che sessione estiva immagina?

"Fatico a pensare a un mercato unico ed esteso fino al 31 dicembre 2020: come durata, mi pare eccessiva. Piuttosto, provo ad azzardare uno scenario: individuare in settembre e ottobre i mesi in cui poter procedere con il mercato, ovviamente una volta conclusa l’annata 2019-20".

Un rischio che va evitato.

"Proprio questo: permettere acquisti e cessioni a campionato in corso: sarebbe assurdo fare trattative, per esempio, a luglio con un mese davanti di partite. Si deve finire entro agosto, poi si potrebbe procedere con il mercato, fondamentale per i club".

È in atto una (potenziale) rivoluzione: dove porterà?

"Il calciatore rischia di essere svalutato, dobbiamo interrompere questo “cortocircuito” globale. La crisi ha toccato tutti: se non si riparte, le persone non moriranno di Covid-19, bensì per la mancanza di denaro. Tante aziende stanno rischiando di non riaprire. Faccio un appello alla Fifa, che ha una riserva economica di circa due miliardi di euro: perché non utilizzarne una parte per aiutare le Federazioni? E aggiungo una cosa: chiunque dovrà fare il possibile per tornare a giocare. Dovremo convivere con una percentuale, anche minima, di rischio. Altrimenti, non ne usciremo più".

Stipendi ridotti: la sua idea?

"Tema che fa discutere, lo capisco, ma pure gli atleti vengono danneggiati. In questo periodo, sono rimasti a disposizione dei club allenandosi tutti i giorni: vero, non ci sono gare, ma potrebbero disputarle più avanti, nel tipico periodo di vacanza".

Tecnicamente, in quale direzione si muoveranno i club?