Cittaceleste.it
I migliori video scelti dal nostro canale

notizie

Dietrofront del calcio, ora tutti sposano la tesi della Lazio di Lotito

La maggior parte dei club vogliono riprendere a giocare per evitare il collasso economico. Il presidente biancoceleste dà le soluzioni e l'esempio

redazionecittaceleste

ROMA - Criticato, ma poi sempre rivalutato. Adesso tutto il calcio sposa la tesi di Lotito: «Nessuno vuole prendere sotto gamba la salute dei cittadini e dei propri tesserati, ma io non ho mai capito perché gli allenamenti dovessero fermarsi in condizioni di massima prevenzione. Da un mese e mezzo lancio l'idea di far arrivare test sierologici dalla Cina perché, al di là dei tamponi, è possibile verificare la presenza in qualsiasi momento del virus nel sangue. Alla fine noi ci siamo adeguati ai miei colleghi per una questione morale. Adesso lo Stato ha varato un decreto che impedisce le sedute sportive, non la capisco questa decisione. Noi siamo per il rispetto delle regole, ma non esiste un parere medico-scientifico contrario per riprenderle». C'è bisogno di ripartire per evitare il collasso di un settore economico fondamentale per il Paese: «Mi auguro che ci siano al più presto le migliori condizioni per tornarsi ad allenare. Perché non si tratta di una questione ludica, ma necessaria per un calciatore. Fermare un atleta due-tre mesi, significa recargli un danno fisico e muscolare». Lotito ha in mano la soluzione: «Basta fare uno screening preventivo in modo tale da assicurarsi che non ci sia nessun infetto, poi si possono inserire il personale e i giocatori in ritiro all'interno di un centro sportivo sanificato. Questo evita qualunque tipo di contagio con un controllo e un monitoraggio medico di 24 ore. Io faccio questo di mestiere, ho i dipendenti che lavorano negli ospedali della capitale in cui c'è il Covid19. Nessuno si è ammalato dotandolo di guanti, occhiali e mascherine».

TAMPONI

Il verbo di Lotito ora fa sempre più proseliti in Serie A e anche nella lega minore. Ma non è così semplice ripartire subito, parola di Stirpe, presidente del Frosinone: «Il campionato di b dovrà essere comunque completato, altrimenti procederò in sede legale. Non tutti i club sono però in grado di fare i tamponi, che tra l'altro andrebbero destinati alle persone più bisognose». Infatti le società più ricche si stanno organizzando privatamente, qualcuno ha chiesto aiuto agli sponsor o alle cliniche.

STADI

Ancora scottata la Fiorentina dai casi Vlahovic, Cutrone e Pezzella, ormai guariti: «Umanamente ci sentiamo più forti. So che c'è il desiderio di molti di giocare e per il bene del calcio sarebbe meglio finire la stagione, ma prima viene la salute e poi il business», puntualizza ancora il numero uno Commisso. Pronto, dopo il Coronavirus, a guardare ancora più avanti: «Bisogna rivedere la legge sugli stadi. Il bando a Firenze è stato prolungato a metà maggio, ma perché dovrei gareggiare contro me stesso? Con un investimento così alto come sarebbe lo stadio, ne pagherei un altro di tasse. Così non si favoriscono gli investitori né i benefici per la città e per chi lavora in quelle zone. Il Franchi, costruito quasi 100 anni fa, è considerato un monumento, ma i monumenti sono le persone, i giocatori e i tifosi. Noi ci batteremo con la Lega, i legali, il Governo, Malagò, le istituzioni per tutti i club italiani».

Cittaceleste.it