ROMA - La Lazio è diventata grande, alla terza stagione di Inzaghi sulla panchina capitolina (quarta considerando lo spezzone dell'anno 2015-2016) la sua creatura sembra aver raggiunto una maturità sempre inneggiata e ricercata, ma quasi mai ottenuta. La musica è cambiata? Sembra davvero di sì, con un gruppo abituatosi a non mollare e soffrire, vincere anche all'ultimo secondo e non perdersi d'animo dopo uno schiaffo subito. Niente più blackout, niente più passaggi a vuoto, la Lazio è diventata meravigliosamente cinica. L'edizione odierna de Il Messaggero esalta proprio la maturazione compiuta dalla Lazio, ed esalta il lavoro di Inzaghi artefice primario di tutto questo. Uno dei meriti il tecnico piacentino, tra i tanti, è stato quello di coinvolgere quasi tutta la rosa nel suo operato: non ci sono scontenti nel gruppo biancoceleste, solo giocatori pronti a dare il massimo ogni qualvolta vengono chiamati in causa.
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È una Lazio forte di testa (finalmente)
La Lazio scopre una maturità mentale mai vista prima, l'analisi de Il Messaggero
Patric e Caicedo sono l'emblema di questo certosino lavoro, ambedue non titolarissimi ma sempre decisivi all'occorrenza. L'obiettivo di Inzaghi è rendere risorse preziose, come i giocatori citati prima, anche altri pezzi della rosa: Cataldi, Parolo, Jony e Vavro su tutti.
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