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ESCLUSIVA – Cucchi: “Una Lazio da Champions. Tifosi, compattiamoci. Piangiamo Astori perché simbolo di gentilezza”

Riccardo Cucchi, giornalista di fede biancoceleste.

Le parole dell'ex telecronista Rai e noto tifoso laziale Riccardo Cucchi sulla Lazio e su Astori

redazionecittaceleste

ROMA - A due giorni dal derby vinto per 3-0 contro la Roma c'è ancora grande entusiasmo nell'ambiente Lazio.

I biancocelesti non hanno fallito una gara fondamentale in vista della corsa alla qualificazione per la prossima Champions League. Ora, la stagione entra nel vivo, e la squadra di Inzaghi è pronta allo scatto finale per i suoi due obbiettivi: quarto posto e Coppa Italia. Proprio di ciò, in esclusiva per Cittaceleste.it ha parlato il celebre ex telecronista Rai Riccardo Cucchi, noto tifoso laziale ed esempio di sportività. Ecco come si è espresso sul derby e sulla Lazio, oltre a regalarci un ricordo di Davide Astori.

Una grande Lazio ha annichilito la Roma nel derby. Come ha visto la squadra di Inzaghi?

"Direi bene, mi è parsa una squadra ben organizzata. Va sottolineato il lavoro di Inzaghi. Il tecnico biancoceleste ha preparato la gara molto bene. Ho visto una Lazio con più voglia, e finalmente con meno sfortuna. I biancocelesti nel derby hanno riparato il conto con la sorte, il quale nelle partite antecedenti alla stracittadina pendeva verso il negativo. La partita contro la Roma ha dimostrato che la Lazio non ha perso l'abitudine a segnare, anzi, nel derby si è rivista una squadra simile allo scorso campionato. Va anche detto però che il proprio avversario è apparso irriconoscibile, rendendo molto meno di quanto ci si aspettasse".

La bella vittoria nel derby che spinta può dare alla Lazio per il prosieguo di stagione?

"Innanzitutto credo che una vittoria nel derby, perdipiù così limpida, sia sempre una linfa vitale per una squadra. Vincere una stracittadina dà sempre molta fiducia. Il prosieguo di stagione della Lazio sarà molto importante. Ci sono due obbiettivi da raggiungere. In primis il quarto posto con conseguente piazzamento in Champions League. Non dimentichiamoci però della Coppa Italia. Credo proprio che dopo lo scoraggiamento in seguito alle sconfitte con Siviglia e Genoa, questo derby possa dare una grande spinta alla squadra di Inzaghi, e rimetterla in condizione di poter raggiungere gli obbiettivi prefissati".

 Lazio-Roma

Visto il momento negativo dell'Inter, pensa che la Lazio possa rientrare anche nella corsa al terzo posto?

"Innanzittuto credo che bisogna capire le differenze dei club che sono in lizza per il quarto posto. Si tratta di una lotta molto accesa. Indubbiamente c'è un parterre di squadre superiore rispetto allo scorso anno. Personalmente non considererei fuori dai giochi l'Atalanta, visto che la squadra di Gian Piero Gasperini gioca benissimo a pallone. Ha dimostrato grandi qualità e grandi capacità offensive. Considerando anche i bergamaschi, per l'Europa c'è una lotta molto avvincente, spalla a spalla. Per quanto riguarda l'Inter, ritengo che malgrado il momento negativo e i grandi problemi di spogliaotio la compagine nerazzurra sia superiore a Milan e Lazio, ma ciò dovrà esprimerlo sul campo. Secondo me i biancocelesti devono puntare al quarto posto. Vedo più l'Inter terza, anche se il Milan sta dimostrando di aver sistemato i limiti tattici beneficiando dell'arrivo di Piatek, ma soprattutto di Paquetà. Difficile perciò fare un vero e proprio pronostico".

Vista l'euforia post derby, ora i tifosi come devono aiutare la squadra?

"In primis va ricordato che l'ambiente della Lazio è allo stesso tempo molto sensibile e esegeratamente critico. In un momento come questo penso che ci sia un gran bisogno della spinta dei supporter laziali. Da qui a fine stagione quest'ultima sarà un fattore determinante. Mi pare che ultimamente la tifoseria si sia un po' divisa. C'è chi critica Lotito e a volte mi è sembrato di sentire qualche lamentela su Inzaghi. Tutto ciò non serve. Ora è importante compattare l'ambiente e andare allo stadio. I tifosi devono dare fiducia a questa formazione, la quale secondo me ha notevoli valori tecnici e soprattutto una guida giovane e preparata, che ha tutte le carte in regola per diventare un allenatore importante per il calcio italiano. L'imperativo è quello di stringersi intorno alla squadra. Ci sono ancora obbiettivi fondamentali da raggiungere. Se potessi lanciare un appello sarebbe il seguente: 'Mettiamo da parte le critiche e compattiamoci intorno a questi ragazzi'. Magari chissà, con la Champions la società verrà stimolata per portare in biancoceleste grandi nomi".

Infine, nel giorno della sua scomparsa, un pensiero sull'ex capitano della Fiorentina Davide Astori

"Intanto debbo dire che è stato emozionante vedere in tutti gli stadi il 13esimo minuto così partecipato. Intorno ad Astori si è costruito un affetto simbolo della sua umiltà. I suoi valori sono stati apprezzati da tutti. Spesso mi sono chiesto 'Perché piangiamo Davide, il quale non è mai stato un protagonista o un divo, carattestiche dei calciatori di oggi?' La risposta mi è venuta subito in mente. Piangiamo Davide perché era semplice, un calciatore. Metteva in campo passione e sintimenti, lealtà verso i tifosi e verso i compagni di squadra. Era gentile, per questo lo stiamo piangendo con commozione vera. Spero che il suo comportamento sia di insegnamento per tutti. Si deve essere tifosi, ma quei valori che Davide ci ha mostrato dobbiamo sposarli tutti: lealtà, correttezza, passione e, ci tengo a sottolinearlo, gentilezza, la quale di questi tempi è passata in secondo piano".