ROMA – Dopo il pareggio strappato all'Atalanta, non cambia il discorso. Inzaghi è già con le spalle al muro, ce l'ha messo Lotito: «Un grandissimo motivatore», lo definisce il mister in pubblico. Ma giovedì in privato lo aveva chiamato ed era furioso. Perché sapeva che le sue parole al vetriolo sabato in conferenza lo avrebbero messo in imbarazzo. Fra le righe però il tecnico ha risposto e si è difeso: «Il mio lavoro in questi 4 anni è sotto gli occhi di tutti e nessuno può togliermelo. Un allenatore prende 10-20 decisioni in un giorno, deve sbagliare il meno possibile. Lotito ha solo provato a spronare tutto l'ambiente Lazio». A vedere quanto successo per 60' minuti in campo, non sembra aver centrato il bersaglio. A meno che non si considera solo il positivo della ripresa nella reazione d'orgoglio. Anche perché Inzaghi aveva ammesso: «Noi non abbiamo nulla da invidiare all'Atalanta dal punto di vista tecnico, ci manca la loro continuità e dobbiamo alzare l'asticella in classifica. La squadra nerazzurra però si è rinforzata con Muriel, Malinovskyi e Kjaer, che prima non aveva». Nomi che domenica hanno fatto la differenza e che mancano a Inzaghi in rosa. Eppure è stato lui ad avallare il mercato di Tare, anche su questo Lotito lo accusa. E' sotto esame e in difficoltà, Simone non riesce più a ritirare la mano dopo aver lanciato la pietra. Prima esalta per l'ennesima volta la sua Coppa Italia, poi però confessa: «Con il quinto-sesto posto prima dello scontro diretto in campionato con l'Atalanta, avrei barattato la Champions con la vittoria». In fondo era quello che aveva detto Gasperini prima della finale persa, ma Inzaghi scaglia un'altra frecciata: «Il loro tecnico è in valore aggiunto, ma ha dietro una grande società e un ambiente sereno, che hanno permesso la grande cavalcata».
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Inzaghi rimane sotto esame, c’è anche l’Europa a farlo traballare
Alla vigilia dell'Atalanta si era contraddetto su tutte le dichiarazioni dei mesi precedenti. Ha ammesso che in rosa gli mancano i rinforzi, anche se poi ha pareggiato anche grazie ai rincalzi. A Glasgow sarà pronto a correre altri rischi?
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Nelle ultime due stagioni per la Lazio nessuna vittoria e ben due ko in quattro gare di campionato. L'ultima, prima della Coppa Italia, lo scorso anno (1-3 reti di Zapata, Castagne e autorete di Wallace) cancellò appunto le già residue speranze Champions della Lazio. Adesso siamo il misero punto strappato (aspettando stasera la Fiorentina) vale solo il settimo (in compartecipazione col Parma) posto. Dopo gli attacchi di Lotito, la pressione rimane alle stelle a Formello. Inzaghi ha evitato il “macello”, dopo aver ritirato fuori un vecchio motivetto: «Noi vogliamo arrivare quarti, ma ci sono 5-6 squadre sulla carta più forti noi». E pensare che, dopo aver firmato il rinnovo, aveva ripetuto per tutti questi mesi che per la Champions i biancocelesti erano più che attrezzati. Si contraddice, cosa pensa davvero Inzaghi? Sopratutto dopo aver pareggiato con l'Atalanta dopo aver messo in campo i dimenticati Cadaldi e Patric, gli uomini sulla carta sinora con meno minuti. E' il momento del coraggio e di non trovare altri alibi. Inzaghi a giugno ha deciso di prendersi i rischi, adesso la smetta di contraddire tutte le sue dichiarazioni.
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