ROMA - Barra dritta sulla Champions. Inzaghi non ha più bonus da giocarsi. Alla ripresa la Lazio è attesa da un poker da quarto posto: Atalanta, Fiorentina, Torino e Milan. Vietato sbagliare ancora. Il tecnico biancoceleste è nel mirino del presidente Lotito che non ha gradito gli ultimi risultati della squadra. Troppi errori e soprattutto poco carattere. Caratteristica, quest’ultima, che poco si addice al patron biancoceleste. Lui da sempre uomo di battaglia non può certo rispecchiarsi in una formazione timorosa. Eh già, perché è proprio questo il più grosso neo degli uomini di Inzaghi. La poca cattiveria ha impedito di chiudere partite già vinte consentendo clamorose rimonte agli avversari. E non è certo cronaca degli ultimi mesi. Anche la passata stagione ha annoverato episodi molto simili. Il presidente ora però non fa più sconti. Né al tecnico né ai calciatori. Perché questo è il momento di dare. Le concessioni, soprattutto dal punto di vista degli stipendi, sono state fatte. Ora va ripagata la fiducia con i risultati. E non certo vittorie qualunque, ma adesso è il momento di prendere la laurea. Laurearsi significa andare in Champions League.
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Inzaghi, vinci o faccio un casino
Le parole del presidente Lotito mettono sempre più pressione al tecnico, che infatti alla squadra dice: "Prendiamoci i tre punti e sarà un macello"
UOMO AVVISATO
I due soli punti conquistati tra Roma, Inter, Spal e Bologna hanno già fatto voltare la stagione. Il tempo per ritrovare la retta via c’è ma non sono ammesse altre amnesie. Lotito lo ha fatto capire a chiare lettere ai giocatori. E’ arrabbiato perché è convito che finora la squadra non abbia assolutamente reso per come potrebbe. Troppe distrazioni. E allora ecco l’aut aut. Si è sempre dichiarato un pater familias e come tale ha riunito tutti intorno ad un tavolo per dire la sua. In particolare modo a Inzaghi. Un figlioccio come lo ha definito tempo fa. In estate gli ha rinnovato il contratto dopo un tira e molla e lunghi silenzi. Qualche leggera frizione è rimasta ma nulla di insanabile. Ma alcune crepe, si sa, possono portare alla rottura. Ecco che allora è meglio intervenire quando si è in tempo. Il classico discorso dell’uomo avvisato mezzo salvato. A fine anno si tracceranno le somme in base ai risultati ottenuti. E’ dovere di tutti remare dalla stessa parte per ottenere quello per cui la Lazio è stata costruita: la Champions.
PRESSIONE
Non solo il carattere perché al tecnico è stato imputata la scarsa attitudine a cambiare formazione. E così dei nuovi innesti solo Lazzari ha avuto il giusto spazio. Guarda caso proprio uno degli uomini fortemente voluti dallo stesso tecnico. Jony entra ad intermittenza e Vavro ha la panchina come amica. E pensare che il mercato era stato promosso a inizio campionato da Inzaghi stesso. Un mercato ritenuto soddisfacente ma poi le parole, finora, non hanno trovato riscontro nella pratica. Scelte che in qualche modo creano una sorta di appiattimento e che non stimolano la concorrenza tra i calciatori. Un danno secondo Lotito. Il patron ha più volte rimarcato a Inzaghi che non vuole entrare nel merito delle scelte ma che d’ora in poi la Lazio dovrà essere guidata come una Ferrari. A cominciare da sabato contro l’Atalanta, non a caso Inzaghi ha avvertito con un discorso tutta la squadra: “L’anno scorso nella prima partita contro l’Atalanta siamo stati troppo lenti e l’abbiamo persa, la seconda nella finale di Coppa Italia, abbiamo vinto. Se ci mettiamo il loro stesso spirito, siamo più forti: abbiamo altri due giorni per sistemarci e vincere la partita, altrimenti è un macello”.
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