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La rinascita di Luis Alberto sotto il segno d’Inzaghi e del gruppo

Lazio: Luis Alberto Romero

Incredibile la sua nuova continuità di rendimento. Lui ringrazia il mister e i compagni, nei prossimi mesi vuole prendersi con la Lazio gli Europei

redazionecittaceleste

ROMA - E' stato un Natale coi fiocchi. Luis Alberto torca a casa a Siviglia e spacchetta la Supercoppa insieme a un sacco di buoni propositi: «La vittoria del mio terzo titolo alla Lazio, sia per me che per il progetto messo in atto dalla società, è qualcosa di molto speciale. La squadra sta disputando un'ottima stagione e non ci sarebbe potuto essere miglior regalo che chiudere l'anno con un nuovo trofeo. È un premio a questo gruppo e al buon lavoro che sta facendo». Impressionante come il gap con la Juve sia stato colmato con l'unione e lo spirito, ma guai a volare troppo in alto: «Lo scudetto non è un obiettivo razionale. Per ora dobbiamo dimenticarlo. Guardiamo partita per partita e, ad aprile, valuteremo a che punto ci troveremo. Ma sono sicuro che, se la squadra dovesse continuare a competere su questi livelli e con questa mentalità vincente, alla fine raggiungeremo i nostri traguardi. Naturalmente, se abbassassimo la guardia poi faremmo un passo indietro che non possiamo permetterci. Siamo consapevoli che negli ultimi anni non abbiamo raggiunto i traguardi che ci eravamo prefissati perché non siamo riusciti a restare concentrati sino alla fine. Abbiamo imparato dai nostri errori e ciò non accadrà più».

MERITI

La verità però è che spesso nel finale sono stati decisivi anche gli infortuni. E' questo l'unico nodo da sciogliere perché ormai c'è poco da discutere sull'undici. Inzaghi gli ha ridato nuovi stimoli, ha riportato la stessa Lazio agli antichi livelli. Anzi, li ulteriormente alzati: «Già, è il mister il 'vero “colpevole' di questo grande momento. Siamo con lui da quasi 4 anni e praticamente siamo sempre gli stessi, ci sono stati solo piccoli ritocchi e ci conosciamo molto bene. Va dato merito anche alla società per il grande blocco che ha saputo creare. Ci fidiamo di Inzaghi e sappiamo che quest'anno potremmo fare il salto di qualità che stavamo aspettando. Per farlo dovremo mantenere sempre questo livello molto alto di prestazioni». Sotto quest'aspetto è incredibile la continuità di rendimento di Luis Alberto. Non era mai stato così incisivo in ogni incontro: «Sono riuscito a diventare il giocatore completo che volevo essere. Ho fatto un balzo in avanti per essere pronto a qualsiasi avversario. Soprattutto grazie alla fiducia dell'allenatore e del gruppo tutto è stato più semplice».

AMBIZIONI

L'assist ormai è la sua carta d'identità: con 11 passaggi decisivi lo spagnolo è il re della Serie A e di tutta Europa. Adesso Luis Alberto si sta sbloccando sempre più anche sotto porta. Dopo il gol alla prima giornata nel pari con la Roma è arrivato a 4 con l'ultimo in Supercoppa. Non aveva mai segnato alla Juve ancora, è stato il migliore in campo nonostante si trascinasse una piccola contrattura. Lunedì si presenterà riposato e rivitalizzato a Formello alla ripresa, il numero 10 vuole tornare già decisivo nel nuovo anno a Brescia. In sei mesi si gioca la chiamata definitiva per l'Europeo con la Spagna: «E' il desiderio numero uno quello di tornare in Nazionale. Per me indossare la maglia del mio paese è importante. So che devo continuare così, sto bene e spero di avere una chance. Anche se il ct convocherà chi si adatta meglio al suo stile». Eppure Luis Alberto ora non è più solo elegante, è il mago che cambia il volto di tutte le partite.

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