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L’AVVERSARIO – La Juve ed il Sarrismo ancora in potenza

L'analisi dell'avversario

redazionecittaceleste

ROMA - Per far oliare un gioco tanto complesso come quello di Maurizio Sarri ci vuole tempo, specie se sei la Juventus che dell'estetica non hai mai fatto - per scelta politica - la tua peculiarità più importante. Vincere, quello conta, e nulla più. I primi mesi di Sarri stanno ricalcando il monito della Vecchia Signora, quasi come fosse lei ad aver cambiato il suo nuovo allenatore e non viceversa. Ma forse, come detto, è solo questione di tempo: anche a Napoli e Chelsea ce n'è voluto, ma poi il risultato è arrivato. Arriverà anche in bianconero? Questo lo dirà il tempo, per ora focalizziamoci in vista della super sfida di domani sera.

Di sicuro la Juve rispetto ad un anno fa è una squadra che fraseggia di più, che crea più passaggi e lancia di meno. In tal senso, è Pjanic l'uomo da arginare: come fu Jorginho a Napoli prima ed a Londra poi, è il bosniaco il fulcro del gioco e del palleggio della Juve.

Per il resto, la Juve mette paura come ha sempre fatto e negli stessi termini: la politica della vittoria non è andata perduta come si evince dalle tante sfide vinte all'ultimo respiro anche nel campionato in essere. La rosa, costellata di campioni, fa il resto: Dybala, Ronaldo, Bernardeschi... Dalle loro giocate e dai loro spunti individuali - sì, come con Allegri anche Sarri sta vivendo di questo - possono arrivare i passaggi chiave del match.

Insomma, pur essendo il Sarrismo ancora in potenza, la squadra di Sarri fa paura eccome. La fida, per caratteristiche e qualità dei 22, potrebbe essere decisa da episodi e giocate.

(Di Giovanni Manco)