ROMA - A voler correggere il Ciro si fallisce il bersaglio. Se, come dice Inzaghi, l'esclusione d'Immobile è una «scelta tecnica», è pure peggio l'intuizione nonché la risposta. Perché, senza di lui, la Lazio non segna. E pure il bomber partenopeo diventa inutile e demotivato in corsa. Nel fare l'analisi dell'ultima (in stagione, su sei gare, già la terza) sconfitta, Simone punta tutto sulla mancanza di cattiveria sotto porta.
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Lazio, a voler correggere il Ciro si fallisce il bersaglio
Se l'esclusione d'Immobile è una scelta tecnica, è peggio ancora la risposta sotto porta. Senza il bomber partenopeo i biancocelesti non segnano e non trovano la vittoria
Ma come pensava Inzaghi di far gol all'Inter tenendo in panchina l'unica vera punta? I soli successi sono arrivati con una doppietta d'Immobile alla prima giornata e la rete col Parma, un pari grazie a un suo assist a Luis Alberto con la Roma. Per carità, proprio come nel derby, anche Ciro sciupa, ma c'è un limite (vedi Romania e Milano) all'inconcludenza. Correa è tornato una freccia di carta. Caicedo è stato bravo al Meazza, ma non ha mai tirato in porta come a Cluj e prima ancora a Ferrara. Inzaghi lo ha sostituito (non azzeccando il cambio) nella ripresa, ma al suo posto Ciro è entrato nervoso e con una controproducente rabbia. Era giusto e coraggioso dare un esempio disciplinare a tutta la squadra, ma la Lazio può permettersi davvero questa scelta? Per non parlare poi di come la questione è stata gestita. Anche a Immobile non è stata fatta passare come un castigo la panchina, ma come una strategia tattica. Nisciuno è fesso ccà. La verità è che c'è il solito problema delle alternative mancanti in panchina.
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