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Lazio, ancora il caso Zarate: “Lotito mi deve 3 milioni”

Mauro Zarate

Questa la ricostruzione del servizio delle Iene, la Procura federale ha riaperto il fascicolo

redazionecittaceleste

ROMA – La storia comincia con un argentino dai capelli bianchi, Luis Ruzzi, che insegue Lotito fuori da una chiesa dove si è raccolto in preghiera — pare sia devoto alla Madonna del pozzo — chiedendogli del denaro. Ma non pochi spiccioli, non vuole l’elemosina e mentre gli uomini della scorta lo allontanano, lui grida: «Presidente, dobbiamo avere un sacco di soldi da lei, 3 milioni di euro, quelli che Zarate ancora non ha ricevuto». È una scena che lo scorso febbraio si ripete due volte, sempre nello stesso luogo. Dove finirà questa vicenda è impossibile sapere, per il momento c’è una certezza: la procura federale ha aperto un’inchiesta sul proprietario della Lazio dopo essere venuta a conoscenza dei contenuti del servizio delle Iene sullo stipendio del giocatore che — secondo Ruzzi — sarebbe stato pagato attraverso una società londinese «per non versare Inps, Irpef, tutte le tasse, un’evasione importante ». Il procuratore capo, Giuseppe Chinè, è lo stesso che tre giorni fa ha pensato di aprire un fascicolo sullo stesso Lotito per una frase giudicata ambigua in merito a Juve- Inter dell’8 marzo. Curiosità: il figlio di Chinè, Bruno, 17 anni, ha giocato a lungo come terzino nelle giovanili della Lazio prima di essere lasciato libero dal club, a luglio del 2019, finendo in una società dilettantistica romana; pochi mesi dopo il papà ha preso il postodel dimissionario Pecoraro alla guida della procura della Figc. Il servizio delle Iene è slittato di una settimana perché si è deciso di dare a Lotito la possibilità di replicare: sarà trasmesso martedì. Le accuse rivolte al presidente della Lazio sono pesantissime. Luis Ruzzi, ex diplomatico, capo delegazione dell’Argentina ai Mondiali del ‘90, nel 2008 era il procuratore di Zarate. E racconta, con le carte in mano: «Lotito ha commesso gravi irregolarità. Ci ha presentato un’offerta, 20 milioni di stipendio in 5 anni, e l’abbiamo accettata: va bene, firmiamo. Solo l’ultimo giorno ci ha detto: vi do7milioni, gli altri 13 li avrete attraverso un amico mio. E ci ha presentato Riccardo Petrucchi, un agente Fifa. Attraverso una società inglese di Petrucchi, la Pluriel Limited, avremmo dovuto avere quei soldi, che sarebbero stati versati sul conto della Moisen, creata apposta in Uruguay da Sergio Zarate, il fratello di Mauro. I soldi viaggiavano così». Da Roma a Londra, fino a Montevideo. Il giocatore, oggi al Boca Juniors, da Buenos Aires conferma via video: «È tutto vero ». Zarate e Ruzzi accettano la formula di pagamentoproposta da Lotito, poi qualcosa si rompe, scrive il Corrieredellasera. Il fantasista non riesce più a esprimersi agli alti livelli che avevano giustificato l’investimento della Lazio, quando per i tifosi era diventato l’anti-Totti. «Mauro è andato in prestito all’Inter, poi è tornato a Roma. E lo hanno messo fuori squadra perché a ottobre Lotito ci doveva dare 3 milioni e non lo ha fatto, non li ha dati alla Pluriel». La quale, poi, ha fatto causa e l’ha vinta, incassando quei soldi dalla Lazio. «Ma stavolta non sono stati girati a Zarate e noi vogliamo il denaro da Lotito: è stato lui a presentarci Petrucchi e ne è responsabile». Ruzzi spiega perché non ha denunciato Lotito: «Non volevo creare problemi al giocatore». Ma le sue accuse al presidente della Lazio diventano più ampie, uscendo dal contesto dell’affare Zarate e dando una lezione di correttezza fiscale che lui stesso ha tradito. Da quale pulpito... «Lotito è prepotente, in Federazione non gli dicono niente. Coinvolto in Calciopoli, poi nel calcioscommesse hanno arrestato il capitano (Mauri, ndr) e dopo lui gli ha fatto un altro anno di contratto. E da 17 anni gira con la scorta che lo protegge non si sa da chi...».

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