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Lazio, Cucchi: “Per essere una grande bisogna dimostrarlo”

Riccardo Cucchi, giornalista di fede biancoceleste.

L'ex radiocronista e tifoso laziale Riccardo Cucchi ha parlato della sconfitta della Lazio contro la Spal

redazionecittaceleste

ROMA - La sconfitta di Ferrara contro la Spal lascia un velo di delusione nell'ambiente Lazio, una storia già vista che si ripete inesorabilmente. La mentalità da grande squadra passa anche e soprattutto da queste partite. L'ex radiocronista Rai, Riccardo Cucchi ha parlato della prestazione dei ragazzi di Inzaghi a Ferrara.

Queste le sue parole ai microfoni di Lazio Style Radio: "Una doppia Lazio nella partita di Ferrara. Buona nel primo tempo in cui aveva ripetuto le ottime prove contro Roma e Sampdoria, poi nel secondo tempo ha ceduto alla Spal, credo più mentalmente che fisicamente".

TANTE OCCASIONI - "La Lazio ha concluso 47 volte in porta nelle prime tre partite, un dato che dimostra il buon lavoro svolto da Inzaghi. In queste prime giornate le squadre più titolate non producono come i biancocelesti. Certo bisogna buttarla dentro più frequentemente, è un limite forse più mentale.La squadra sa di saper giocare a pallone. Inzaghi è apprezzato dallo spogliatoio. Però se ci si specchia troppo, il rischio è che questa bellezza venga vanificata. Se cedi mentalmente, perdi anche l'attenzione dal punto di vista tattico e questo è deleterio nel corso dei 90 minuti".

GRANDE SQUADRA - "Ha ragione Inzaghi, essere una grande squadra significa saperlo dimostrare in campo. La grande squadra non è quella che viene definita dalla stampa, ma quella che lo dimostra in campo. Su questo Inzaghi fa bene a fissare l'attenzione".

ACERBI E GIOCO - "Acerbi non viene supportato e spesso è costretto a intervenire come ultima ratio. Subire per lui tre cartellini gialli in tre partite è la dimostrazione anche della responsabilità che ha sulle spalle. Nelle prime due giornate la Lazio aveva espresso il miglior gioco della Serie A. Era stata più pronta anche rispetto a Juventus, Inter e Napoli. Anche nel primo tempo di Ferrara questo era avvenuto. I giocatori però devono mantenere la consapevolezza che per ottenere il risultato non si deve mai mollare. Secondo me il problema è più mentale perché tecnicamente la squadra è forte, il centrocampo è tra i migliori della Serie A".

IL MODULO - "Il modulo è un punto di partenza importante per dare ordine ai giocatori in campo, ma non è detto che cambiando possano cambiare le cose in campo. L'errore più grande è imporre un modulo alla squadra, si deve adattare lo schema alle qualità dei singoli. Se la Lazio gioca con il 3-5-2 è perché si ha a disposizione un parco giocatori adatti. Inzgahi è poco duttile, come Sacchi, Sarri, vogliamo ricordare Zeman. Il modulo è importante ma sono importantissimi gli interpreti. Il bel gioco deve essere il punto di partenza per riuscire a vincere".

CALCIOMERCATO - "Io sono contrario al prolungamento del calciomercato a campionato iniziato, è giusto chiuderla prima del via della Serie A. So che i tifosi della Lazio avrebbero voluto una campagna acquisti più pomposa. Credo che sia giusto considerare che l'obiettivo principale della società è mantenere in equilibrio il bilancio. Non è una cosa da poco, basta vedere le altre che sono entrate in crisi sotto il punto di vista economico e poi tecnico. Non dimentichiamoci poi che la Lazio ha un debito importante con il fisco. Grande acquisto comunque per me è stato Milinkovic ancora in biancoceleste. Lazzari è un grande acquisto, per Vavro bisogna aspettare e dargli il tempo giusto per inserirsi".

MIHAJLOVIC - "L'immagine più bella di Brescia - Bologna è quando i tifosi dopo la partita sono andati all'ospedale sotto la finestra di Mihajlovic. Gli auguro di tornare perché lui è un amante non solo del calcio ma della vita in generale. Sinisa ha scosso l'ambiente del Bologna e la scossa è qualcosa che servirebbe alla Lazio. Io credo che comunque il Bologna abbia valori importanti e non lotterà per non retrocedere".

VAR - "Il Var era necessario per una ragione: l'unico a non avere a disposizione le immagini era rimasto l'arbitro. Il calcio è diventato televisivo, io preferisco andare allo stadio ma la realtà è questa. Come si fa a immaginareb un calcuio che ormai ha venduto la propria anima alla tv a non avere un monitor a disposizione di un arbitro. Il Var è fondamentale sulla tecnologia delle linee, per il resto non può essere perfetto. L'uomo in assoluto è imperfetto".

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