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Lazio, dov’è la dimensione internazionale invocata da Lotito?

Lotito: più cattiveria

Dopo 10 anni, i biancocelesti non superano il girone d'Europa League. Eppure il presidente aveva parlato di un salto di qualità fuori dai confini italiani

redazionecittaceleste

ROMA - La speranza dei sedicesimi è l'ultima a morire, ma il Cluj deve perdere due gare e la Lazio vincere entrambe. Inzaghi non ci crede e s'affida al turnover totale: «Non passeremo il girone». Così è orientato a spedire in campo in Europa almeno otto giocatori diversi rispetto all'ultimo undici titolare. Sarà pure vero che dalle riserve s'aspetta delle risposte, ma di fatto non è proprio un bel segnale. Esordisce in questa stagione Proto fra i pali, Guerrieri sarà il secondo con Strakosha fuori dai convocati. L'insostituibile è Acerbi, non ci rinuncia mai Inzaghi. Vavro (al centro) e Bastos (centro-destra) a completare la difesa ai suoi fianchi. Lazzari gioca soltanto perché è ai box Marusic, sull'altra fascia riecco Jony. In mediana Parolo e Cataldi, il terzo posto è di Berisha con la conferma della guarigione dalla contrattura quest'oggi. Inzaghi vuole risparmiare sia Luis Alberto che Milinkovic. E' in dubbio Caicedo (il solito dolore alla caviglia), Correa può slittare centravanti. E' vicino a debuttare dal primo minuto addirittura il baby Adekanye in Europa. Inzaghi non vuole spremere Immobile, reduce dalle fatiche con l'Italia e a Reggio Emilia. E' evidente la priorità all'Udinese. Anche se dall'inizio dell'Europa League sono sempre state così le scelte. Il risultato è l'eliminazione dopo 10 anni nel girone, ma Inzaghi non si pente: «Ho dovuto gestire le energie e nelle tre sconfitte avremmo meritato un'altra sorte. Contro il Rennes abbiamo vinto ed è paradossalmente stata la prestazione peggiore. Poi nell'ultima gara ci è stato negato un clamoroso rigore». Altro passo indietro sul piano internazionale: «A me girano le scatole al pensiero d'uscire - spiega infatti Parolo - perché in Europa una squadra come la Lazio può crescere».

Lo dice un senatore, uno che a 34 anni ha sempre voglia d'imparare e mai di smettere: «Io mi sento ancora di poter giocare, quindi per il rinnovo ci siederemo con la società a fine stagione per capire se posso ancora essere importante».

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