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Lazio, ecco il derby del silenzio e dei debuttanti

Stadio Olimpico

Non ci saranno per la prima volta tifosi sugli spalti per colpa del Covid

redazionecittaceleste

ROMA - Il derby è sempre unico, per definizione. Spesso è avvolto dai luoghi comuni. La famosa «partita a sé», quella «che non ha una favorita», quella che «vince chi sta peggio», etc etc. D’accordo, il derby, specie quello di Roma, è tutto questo. E lo è anche per i contorni, per i colori che si vedono allo stadio, lo è per i suoi rumori, per i suoni, i canti, una volta anche per gli striscioni, i botta e risposta da una curva all’altra. Gli eccessi, insomma. Stavolta è unico per il suo contrario: il vuoto, il silenzio a cui purtroppo ci stiamo abituando (che ci regala le voci di dentro, quelle dei calciatori, arbitri, della panchina e di qualche imbucato sulle tribune). Unico e per forza storico. Ce lo ricorderemo, se lo ricorderanno i nostri figli e i nipoti. Unico perché si gioca in tempo di guerra pandemica, che non avevamo previsto e che ci inchioda nelle angosce e ci regala un calcio stilizzato, sbiadito, irreale. Unico perché non si parlerà di ordine pubblico, anche se - come successo a Milano - magari qualcuno si farà trovare allo stadio, a tifare da fuori. Le voci di fuori (ci ha ha pensato ad accendere gli animi definendo la Lazio «una piccola squadra», riferimento al trend non positivo della Roma con le big) . Ma c’è chi dovrà far rispettare le norme anti-Covid, evitando assembramenti e questioni spiacevoli, fuori dal tempo e dalle nostre abitudini. Derby unici per disordini interni ed esterni, quelli sì ce ne sono stati, unici per fortuna e speriamo restino tali: quello della morte di Vincenzo Paparelli e quello sospeso per la “presunta” uccisione di un bambino nel marzo del 2004, recuperato il 21 aprile, un mese dopo. Una volta le squadre furono costrette a sospendere la partita, per “disordini interni”, ovvero si picchiarono in campo, roba di altri tempi, era il 1931, sullo sfondo i Carabinieri a cavallo. Venerdì sarà un derby unico, come il primo, che risale al 1929. Unico come quello di Coppa Italia, vinto dalla Lazio il 26 maggio 2013, al quale ovviamente i tifosi biancolesti sono affezionati e lo espongono come un vessillo. Unico anche per bruttezza (non giocarono bene), ma questo lo aggiungiamo noi e non fa parte della statistica. Quel derby nel tempo è destinato a perdere la sua unicità, prima o poi ricapiterà di rivedere Roma e Lazio in finale di Coppa Italia.

VECCHIO OLIMPICO

Unico-i, anche i derby 88-89, quelli giocati nell’ultimo anno del vecchio Olimpico, prima della demolizione e della ricostruzione per Italia ‘90, uno di questi deciso da Di Canio, con la rete sotto la Sud e l’indice rivolto verso i tifosi della Roma: anche quello è stato giocato il 15 gennaio. Così come quello del 1939. Entrambi vinti dalla Lazio. I derby li abbiamo visti in tutti i giorni della settimana, tranne uno: venerdì. E il prossimo completerà il ventaglio. Nella storia, dunque, dovremo annotare anche una sfida in questo giorno. A Roma abbiamo visto derby scudetto, derby drammatici per la salvezza, abbiamo visto partite senza senso per la classifica, come quelli giocati nei primi anni Novanta, l’interminabile fila di 0-0 o di 1-1, quelli che nessuno voleva vincere per paura di perdere. Ora abbiamo due situazioni simili, l’obiettivo della Champions, con la Roma più avanti e la Lazio a inseguire. Ma nessuna è nettamente superiore a un’altra. E questo è l’aspetto di normalità che ci godiamo un po’. L’ultimo derby è dello scorso gennaio, poco prima di chiuderci dentro casa e di attendere notizie sui contagi, sui vaccini, su quanti tifosi potevano entrare negli stadi. L’ultimo derby normale, quello. Aspettiamo con ansia - scrive IlMessaggero - di aggiungere alla lista un bel confronto in Champions, ecco quello non è mai accaduto, sarà unico, ma non corriamo troppo. Ma quando ci sarà lo applaudiremo con sentimento e un po’ di ansia. I tifosi sono così, in fondo il derby è quella gara che è meglio non giocare, ma alla fine è bello averla giocata. Ma solo se non la perdi.

DEBUTTANTI

Unico, ma quello di venerdì inevitabilmente sarà anche il primo o delle prime volte. Reali o desiderate. C’è chi debutta, chi lo gioca da veterano assoluto e chi, visto che non ci è ancora riuscito, spera di vincerlo. La Lazio conta meno novizi rispetto ai giallorossi. D’altronde Inzaghi ha più o meno la stessa rosa degli anni passati. E soprattutto i giocatori arrivati dal mercato non hanno conquistato lo status di titolari. Dal primo minuto ci sarà solo Reina. In panchina però si contano, invece, Escalante, Muriqi, Pereira, Anderson, Akpa Akpro e il giovane Armini inserito in pianta stabile in prima squadre e che come Cataldi è tifoso laziale. Per loro come per i romanisti Pellegrini e Calafiori il derby avrà un sapore molto più speciale. I biancocelesti annoverano anche il più “vecchio” del derby: Stefan Radu che venerdì farà la sua 19ª presenza. Molti più i debuttanti della Roma che in estate ha cambiato tanto. A partire dal presidente Dan Friedkin e suo figlio Ryan. In campo ci saranno Villar, Ibanez, Karsdorp, Carles Perez e Mkhitaryan, questi arrivato nel mercato dello scorso anno ma i derby li ha saltati entrambi. Il primo perché fu acquistato il giorno dopo la stracittadina che si gioco alla seconda giornata (il primo settembre), a gennaio invece era infortunato. In panchina ci sono anche Kumbulla e Borja Mayoral che i giallorossi hanno soffiato alla Lazio nel mercato estivo. Spera di vincerlo per la prima volta Fonseca che ne ha giocati due ottenendo due pareggi. Entrambi per 1-1. E se i romani scarseggiano non si può dire lo stesso degli spagnoli. Di scuro è il primo che ne conta così tanti. Nove in totale: quattro nella Lazio e cinque nella Roma. Tra i biancocelesti ci sono Reina, Patric, Luis Alberto e Milinkovic. Già Sergej è nato a Leida in Spagna e dunque ha la cittadinanza spagnola. I giallorossi contano, invece, Pau Lopez, Villar, Carles Perez, Borja Majoral e Pedro. Sarà anche la prima volta che si giocherà nell’assoluto silenzio. Niente sfottò e cori solo le voci dei protagonisti in campo. Vincerà chi riuscirà a farla più grossa. E intanto, parlando del mercato della Lazio, arrivano grosse indiscrezioni: >>> "9 trattative possibili a gennaio!"<<<

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