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Lazio, i retroscena di una festa che continua a oltranza

Qualche giocatore e Inzaghi sono partiti direttamente per le vacanze da Riyad, altri hanno proseguito a far baldoria in aereo e a Roma. Dopo Natale ci sarà un'altra cena di squadra

redazionecittaceleste

ROMA - Un viaggio da favola e un dolce risveglio. Danilo Cataldi domenica sera l’aveva detto: «Ora facciamo un po’ di casino e poi ci rivediamo a colazione senza aver toccato letto». Caffè e cornetto, come da tradizione. Anzi, in realtà i croissant sulla tavola del centrocampista romano sono sei. Tanti quanti i gol che la Lazio ha rifilato alla Juventus tra campionato e Supercoppa. Cataldi, magistrale sulla punizione del 3-1, è provato dalle fatiche di Riad, ma non sente la stanchezza. La festa per il trofeo, il sesto dell’era Lotito, scatta al triplice fischio di Calvarese.

E’ QUI LA FESTA?

Al King Saud University i giocatori intonano «Campeones, campeones» appena prima di alzare la coppa sotto il cielo stellato dell’Arabia Saudita. Medaglia al collo, giro di campo e foto di rito davanti ad un Cristiano Rolando impietrito. Questi gli attimi che precedono il party negli spogliatoi. Si brinda, si balla e si canta a squarcia gola. «Avanti Lazio famoje tre gol». Patric in piedi su un tavolo, tiene il tempo battendo i tacchetti e mostra la lavagna luminosa con il punteggio finale: 1-3. Magazzinieri, fisioterapisti, calciatori e dirigenti saltano e danzano di felicità. Il ds Igli Tare agita in aria a ritmo di musica la maglia celebrativa, Caicedo culla la Supercoppa tra le braccia.

DA RIAD A ROMA

Istantanee di una lunga notte, mentre le piazze di Roma si riempiono. I fumogeni biancocelesti colorano la sponda di Ponte Milvio più vicina allo Stadio Olimpico, l’inno della Lazio risuona ad alto volume con le bandiere al vento. Uno striscione recita: «Ancora noi». Il traffico è in tilt: le macchine avanzano a fatica. Scene simili in altri luoghi della Capitale, soprattutto nel centro storico. Intanto, in Arabia Saudita con l’aiuto degli smartphone i giocatori si mettono in contatto con l’Italia. Riad videochiama, Roma risponde. Due città unite nella festa biancoceleste.

“MANU” LA TALPA

I calciatori salgono alla spicciolata sul pullman. Cataldi “prende di mira” Lazzari, ormai integrato nel gruppo: «Ci stavamo chiedendo dove fosse finita la talpa…». L’ex Spal non capisce e il classe ’94 continua: «La talpa che ha scavato la fossa in cui sei caduto in area della Juve nel secondo tempo». Ilarità generale e goliardia. Un clima che caratterizza anche il volo di ritorno fino all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino, nonostante le assenze di Immobile, Radu e Milinkovic, già in vacanza. Sono le 5 di mattina e al Terminal 3 sono più di mille i tifosi della Lazio, che attendono la squadra. Luis Alberto, Parolo, Strakosha, Acerbi, Correa, Cataldi sono portati in trionfo. Ovazioni anche per i gregari Bobby Adekanye, Proto, Vavro e Bastos, che a fatica riescono a guadagnare il pullman che li riporterà a Formello. «Alzate la coppa, alzatela ancora», l’invito dei tifosi ai loro beniamini. Lo scalo romano si paralizza per qualche minuto. Non mancano gli sfottò ai dirimpettai giallorossi: «A Roma vince solo la Lazio».

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