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Lazio, il prof. Ripert promuove il turnover: “Importante per i giocatori”

Ecco le parole del preparatore atletico della Lazio, il prof. Fabio Ripert

redazionecittaceleste

ROMA - Nelle passate settimane Simone Inzaghi ha subìto diverse critiche soprattutto per le scelte di turnover effettuate. Di ciò ne ha parlato il preparatore atletico della Lazio, il prof. Fabio Ripert. Ecco come si è espresso a Lazio Style Radio: "Il turnover è importante, il corpo è come una macchina, più la utilizzi e più necessita di cure. Quando il calendario impone un ricco insieme di partite ravvicinate, c’è bisogno di ricorrere alla rotazione degli uomini, anche se non tutti i calciatori recuperano con la stessa tempistica. Il turnover aiuta anche dal punto di vista mentale. Ogni calciatore può infortunarsi in qualsiasi momento, anche dovesse giocare venti minuti. Ovviamente, le valutazioni dipendono da diversi fattori. Lo scopo resta comunque quello di preservare il calciatore; nel caso di una partita chiusa viene effettuata una certa valutazione, quando invece occorre recuperare il risultato allora il tecnico opta per un piano differente. Oggi le stagioni sono composte da oltre 50 partite: lo staff deve capire quando cambiare un giocatore o quando lasciarlo in campo, noi abbiamo in mano il termometro della squadra".

E continua: "Con tre gare in una settimana, se un atleta gioca la prima e la terza gara, restando in panchina nella partita infrasettimanale, viene comunque utilizzato ogni sette giorni e di certo non può perdere la condizione o lo smalto. In rosa abbiamo giocatori capaci di recuperare in due giorni, altri invece in quattro. C’è una differenziazione nel ruolo anche in base ai dati fisici: i quinti spendono molto negli scatti, il centrocampista macina maggiori chilometri, l’attaccante corre con maggiore intensità. Come potenza metabolica, siamo la prima squadra insieme all’Inter, siamo sul podio anche per corsa sopra i 25 km/h ma ogni ruolo ha un dispendio di energie differenti. Ogni calciatore ha le proprie caratteristiche: si parla di individuali caratteristiche strutturali. Durante la settimana ci si allena meno con le tre partite, ma la gara resta l’addestramento migliore ed è irriproducibile. Vanno valutati, quindi, quei calciatori che non giocano, per questo noi stiliamo programmi individualizzati in base alle esigenze ed alle caratteristiche di ciascuno. I viaggi lunghi comportano elevata attenzione, magari integrando bene mediante l’alimentazione, il riposo o una mezza giornata aggiuntiva di relax. Si tratta di aspetti che migliorano sempre di più".

Poi prosegue: "Anche il sesso è un fattore estremamente personale, l’aspetto mentale è fondamentale anche in questo ambito: ci sono calciatori che vengono aiutati dallo stare in famiglia o con la propria moglie, massima libertà ed autogestione in questo caso possono aiutare, i ragazzi sono dei professionisti. Nei ritiri estivi abbiamo sempre lavorato al meglio, ad Auronzo abbiamo tutto ciò che ci serve, non siamo chiamati a viaggiare, possiamo programmare con molta continuità. I cambi non vengono mai programmati, c’è sempre il fattore imprevedibilità. Il mister ed il suo staff tecnico valutano nell’arco dei 90 minuti: si può avere un’idea iniziale ma poi è il campo a decidere le variazioni a partita in corso. La memoria muscolare è fondamentale: la teoria delle 10.000 ore, ad esempio, si fonda sull’idea che, superato quel lasso di tempo, il movimento diventa automatizzato, sia esso aerobico o tecnico. Bisogna allenarsi sui particolari: prove ed errori consentono di assimilare il gesto, il corpo si modifica in automatico senza neppure accorgersene. Tanti nostri ragazzi chiedono sempre informazione per capire su cosa migliorare, il gruppo ha voglia e fame, ciascuno di essi cura il particolare. Allenare il gesto non fa male, anzi aiuta a migliorare".