ROMA - Simone Inzaghi, già calciatore campione d'Italia della Lazio ora tenta di fare lo stesso da allenatore. Siamo alla vigilia, infatti, del 20esimo anniversario del secondo tricolore biancoceleste, quello che vedeva proprio mister Inzaghi a guidare l'attacco di Sven Goran Eriksson. Ai microfoni del Corriere dello Sport, ha ricordato quei giorni ed ha suonato la carica in vista della ripresa del campionato: "Cercheremo di farci trovare pronti, ma cambierà tutto e giocheremo ogni tre giorni. Stavamo facendo qualcosa di straordinario: che alchimia con i tifosi. Il nostro sogno? Tutti lo sanno, ma non voglio dire niente, proprio come feci nel 2000".
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Lazio, Inzaghi sullo scudetto: “Non voglio dire nulla, proprio come nel 2000…”
Le parole dell'allenatore della Lazio al Corriere dello Sport
La ripartenza: "Sarà difficile, è come fare un altro ritiro. Adesso ci stiamo allenando in gruppi ben distanti e definiti. Stiamo cercando di aumentare leggermente i carichi per farci trovare pronti. Con le partite ravvicinate dovremo cercare di evitare gli infortuni. Sarà dura, lo sappiamo".
Sullo scudetto: "Sono già contento di aver vinto queste coppe da allenatore di Primavera e prima squadra e da calciatore prima. Quello che stavamo facendo quest'anno era qualcosa di straordinario. Il merito è dei calciatori in primis, della società che non ci fa mai mancare nulla, e dei nostri tifosi. Avevamo un seguito pazzesco. Purtroppo ci siamo dovuti fermare".
Lo scudetto del 2000: "Emozioni infinite, che emozione nell'attesa guardando il monitor dove veniva trasmessa la Juve. La sera chiamai Pippo, era molto deluso, ma così è il calcio. Il tempo non passava mai, ricordo il la festa nello spogliatoio. Quella Lazio è stata una grande scuola, ed infatti quasi tutti siamo diventati allenatori. Eriksson mi diede subito fiducia, faceva ruotare il gruppo ed aveva una grande gestione dello spogliatoio. Le scelte venivano sempre accettate. Era una Lazio piena di grandi personalità, che amicizia con Simeone e Couto..."
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