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Lazio, ora si vede la panchina corta

A gennaio la Lazio, a parte il tentativo non andato a buon fine per Giroud, aveva scelto di non intervenire sul mercato, una strategia che fino allo stop forzato per via della pandemia e giocando una volta a settimana, si era rivelata giusta

redazionecittaceleste

ROMA - I troppi infortuni, il calendario compresso e le mini-rotazioni obbligate hanno fatto venir fuori il peggior timore di Inzaghi, avere a disposizione pochi giocatori di cui fidarsi. Non è semplice per nessuna squadra giocare ogni tre giorni e avere fuori sistematicamente quattro titolari e averne a disposizione altrettanti non in buone condizioni. Fare a meno di Lulic, Marusic, Luiz Felipe, Leiva, Cataldi Correa e avere a mezzo servizio gente Milinkovic e Acerbi, per non parlare di due esterni come Jony e Lukaku sarebbe complicato per chiunque. A gennaio la Lazio, a parte il tentativo non andato a buon fine per Giroud, aveva scelto di non intervenire sul mercato, una strategia che fino allo stop forzato per via della pandemia e giocando una volta a settimana, si era rivelata giusta. Ma poi tutto è cambiato, col tecnico che, risultati e schieramenti alla mano, ha deciso di affidarsi poco nelle rotazioni a Bastos, Vavro, Andrè Anderson e Djavan Anderson. Per questi, secondo il tecnico, forse, va bene farli entrare a poco dalla fine, meno proporli dall’inizio.

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