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Lazio, Reina-Strakosha: ballottaggio ancora aperto in porta

redazionecittaceleste

Inzaghi non ha deciso chi scenderà fra i pali domenica

ROMA - Vecchietti alla riscossa. Reina non molla, mai abbassare la guardia. Lo teme, Strakosha, nonostante Inzaghi continui a ripetere come sia l’albanese il primo in porta. Dopo oltre un mese, Thomas può rientrare fra i pali domenica, ma deve recuperare la forma post-quarantena. E’ negativo da giorni, ma il suo nome rimane pure sulla bocca delle Procure (ordinaria e sportiva) per l’allenamento pre-Zenit del 3 novembre, dopo l’alternanza continua del suo Dna: è l’unico dei giocatori confermato positivo nei tamponi (del 6 novembre, ma anche in quelli della Uefa) riprocessati ad Avellino nella perizia. E’ il vero caso di tutta questa storia: addirittura manca dal 20 ottobre, Strakosha, era stato isolato per la febbre subito dopo il Borussia. E’ guarito e ora vuole riprendersi il suo posto, una volta superati anche oggi i test molecolari col resto della squadra. In estate aveva tremato per la sua titolarità, lo rimette in bilico l’assenza prolungata. Perché Reina, senza farlo mai rimpiangere, l’ha minata. Anche contro lo Zenit Pepe ha dimostrato una personalità infinita e piedi utilissimi per la squadra. Consente quel vantaggio tattico a cui il mister da tempo ambiva: diventa un autentico regista, non perde mai la calma, cerca passaggi millimetrici in mediana, salta la prima pressione avversaria. Con la sua esperienza e sicurezza, in questo senso, Reina è davvero più funzionale di Thomas. Ha eguagliato le presenze europee (174) di Maldini martedì sera e, coi suoi guantoni, non lascia facilmente la presa. Contro l’Udinese Strakosha spera, ma la scelta ora è tutt’altro che definitiva.

PAROLO AL CAMPO

Domenica tornerà Milinkovic, ma per il sostituto Parolo restano applausi scroscianti. Inzaghi lo ha sempre considerato un cootitolare nei suoi schemi, ma a un certo punto Marco sembrava essere stato arretrato nelle gerarchie dietro Cataldi e persino Akpa Akpro nei cambi. Invece due partite hanno capovolto di nuovo i ruoli: a Crotone il migliore dei suoi, in Champions il primo gol in carriera contro lo Zenit. Prodezza balistica dalla distanza per coronare un sogno a 35 anni. E pensare che Parolo l’anno scorso per un attimo aveva pensato di tornare a Parma per giocarsi le sue ultime occasioni. E’ rinato di nuovo per stare al passo dei più giovani e tenere scrivania e cravatta ancora lontani. Un giorno potrebbe pure essere il nuovo Peruzzi (non c’è ancora il chiarimento atteso con Lotito), a meno che non gli soffi prima il ruolo Matri.

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