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Lazio, staff medico tutto in campo e nessun positivo: “Formello meglio di un ospedale”

Notizie Lazio: Simone Inzaghi

Lotito ha fatto sanificare ogni giorno tutti gli ambienti

redazionecittaceleste

ROMA - Artiglieria pesante a Formello, scende tutto lo staff tecnico in campo. E c'è ormai costantemente pure il ds Tare in tenuta d'allenamento. Quarto giorno, il rischiamo di preparazione si fa sempre più serio. Stazioni, ripetute, saltelli, flessioni, pesi sulle spalle e tanto sudore. Il piano è stato studiato alla perfezione, Inzaghi e il vice Farris guidano, gli assistenti Cecchi, Fonte e Allavena visionano. Solito gruppo diviso in blocchi da 5 per campo, mattina e pomeriggio. Il pallone ricompare da subito, Patric lo sfoggia addirittura sulle spalle sui social in una foto, anche se il lavoro con la sfera resta limitato. Fondamentale è recuperare prima il tono muscolare in questo momento. I preparatori sono preoccupati sopratutto per chi, con la propria stazza, avrà più difficoltà a rimettere su il fisico. Programmi specifici già da ieri per Caicedo, Milinkovic e Marusic.

Test sierologici ultimati con un importante riscontro. Nessun positivo in casa Lazio, il responsabile sanitario Ivo Pulcini esulta fiero: «E' merito di Lotito, che sanifica l'ambiente ogni giorno, se nessuno dei nostri giocatori è malato. Formello non è un centro sportivo, ma una camera operatoria e saremmo pronti anche al ritiro. 50 posti letto indipendenti, 3 palestre, 3 studi medici e 19 spogliatoi. Sono più tutelati nel centro sportivo che a casa propria o in un ospedale». Quasi impossibile, secondo il responsabile sanitario, un contagio con questo protocollo. E, anche se fosse, si dovrebbe seguire il modello tedesco: «Alla Lazio abbiamo 4 ingressi indipendenti. Se c'è uno positivo, viene isolato e non entra in contatto con nessuno. Ai nostri ragazzi facciamo il test sierologico ogni 4 giorni, cambiando tipologia di test per evitare falsi negativi o falsi positivi. Inoltre, man mano che andiamo avanti col caldo, le goccioline già invisibili si dissolvono e non arrivano a 1 metro, ma a pochi centimetri. In allenamento è meno pericoloso che in campo. Non so Ricciardi che esperienze abbia come medico sportivo, sarebbe più giusto ascoltare anche noi del calcio».

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