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Lotito: “Alla Lazio manca il carattere. Stadio? Mi farebbe piacere costruirlo”

Calciomercato Lazio, Lotito pensa ad un clamoroso ritorno

Ecco le parole del presidente della Lazio, Claudio Lotito, al forum in streaming organizzato da Il Corriere dello Sport

redazionecittaceleste

ROMA - Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è stato ospite della redazione de Il Corriere dello Sport-Stadio per parlare dei biancocelesti. Ecco come si è espresso il patron del club capitolino: "Io lo ripeto sempre che al tempo delle Olimpiadi si sospendevano le guerre, perciò lo sport era sopra a tutto. Ai miei giocatori dico sempre che devono essere grandi uomini non solo in campo, ma anche fuori. Un esempio importante è Klose. Chi altro come lui avrebbe detto all'arbitro di aver toccato la palla con la mano dopo un gol? (parla di Lazio-Napoli, ndr)".

"Negli ultimi anni abbiamo vinto più di tutti dopo la Juve. La Lazio ha un patrimonio sportivo importantissimo. Solo nell'under 15 abbiamo sette giocatori in Nazionale. Noi abbiamo deciso di optare per la politica dell'agricoltore. Preferiamo seminare per poi raccogliere i frutti, ma ovviamente ci vuole tempo. Lo sport è basato sull'umiltà, il merito, il gruppo, tutte cose che noi adoperiamo quotidianamente. Per questo motivo la Lazio viene considerata una società modello in questi termini".

Critica alla squadra: "Se avessi voluto solamente vendere i calciatori non li avrei messi in condizione di sentirsi al centro della Lazio. Lo ripeto ancora: ci sono i cani da salotto, da passeggio e da combattimento. Io sono un cane da combattimento perché se sei determinato arrivi al risultato. Bisogna essere coscienti delle proprie potenzialità. Alla squadra manca il carattere 'pugnandi' del suo presidente, ed è questo che gli dico sempre quando gli parlo. Le partite si vincono e si perdono, ma i ragazzi hanno le condizioni per poter dare di più e lo devono dare. Quando si riceve tanto bisogna anche dare. La squadra deve scendere in campo maggiormente convinta".

E continua: "Questa Lazio può competere alla pari con tutti. Vincere contro la Juventus e l'Inter in Supercoppa significa che con la determinazione si può ottenere tutto. Se andassi io sul campo otterrei sicuramente risultati differenti. Essere protagonisti non è da tutti, devi averlo nel dna. Perché non ho cambiato tanto la squadra? Perché punto a far crescere le potenzialità dei giocatori che abbiamo a disposizione. Che poi in realtà abbiamo aggiunto alcuni nuovi giocatori che sono sicuro che faranno bene. Quando ho portato Correa c'erano dei dubbi, ma poi è stato messo nelle condizioni di far bene. Se ognuno di noi avesse maggiore umiltà si otterrebbero risultati diversi. Il mio ruolo mi impone di decidere, ma se qualcuno mi propone idee giuste io le ascolto e le prendo in considerazione perché il bene supremo è la società. Se uno fa un errore si riverbera su tutti".

Punzecchiata a Inzaghi: "Se in una struttura ci sono delle gerarchie, queste vanno rispettate, altrimenti non si ottengono i risultati. Bisogna capire che si è tutti utili e nessuno è indispensabile. Abbiamo perso la Champions contro l'Inter con due risultati su tre. Avreste mai messo de Vrij? Io ho visto la partita. Nel primo tempo già abbiamo rischiato e dopo è successo quello che è successo. Bisogna prendersi la responsabilità di certe scelte. In primis la colpa è mia perché non sono intervenuto e non ho evitato certe decisioni". Poi si corregge: "Critica a Inzaghi? No, non è una critica a Inzaghi, ripeto, in primis la colpa è la mia che ho permesso di far giocare de Vrij".

Tempo di doveri: "Gli stipendi si sono alzati rispetto all'inizio perchè abbiamo voluto valorizzare i nostri giocatori. Quindi anche per questo devono scendere in campo e dare di più. Ci sono diritti e doveri, e questa deve essere la stagione dei doveri. I diritti sono finiti. Chiedo quindi i risultati, in funzione di quello che hanno. Ho dato una Ferrari, ora bisogna raggiungere gli obbiettivi. Io pago i calciatori per vincere, altrimenti schiererei la Primavera. Bisogna portare un risultato da 30 e lode. La formazione va fatta in base all'avversario. Se non si cambiano mai i calciatori chi sta in panchina non ha voglia di dimostrare il massimo quando entra in campo".

Lite Inzaghi-Immobile: "Immobile ha avuto una reazione poco consona al suo ruolo di calciatore e alla sua figura. Io non so come ha reagito lo spogliatoio, non ero presente. Se prima chiedi di essere sostituito poi non ti puoi lamentare se vieni sostituito. Perciò ecco che torna la problematica dell'individualismo. Se il tecnico ha deciso di sostituirti devi accettare di buon grado. Ognuno vuole fare di testa sua".

Sull'Atalanta: "Parliamo di un'ottima organizzazione. Ho grande stima di Percassi col quale ho un grande rapporto. È una persona che sa fare calcio e non solo. Ha anche un vantaggio che lo fa in una città meno oppressiva di Roma, e non lo dico per sminuire il suo lavoro. Però qui nella capitale non è affatto semplice fare calcio. Va detto però che i Percassi stanno portando tanti risultati. Sicuramente in campo si vede che i bergamaschi hanno più fame della Lazio".

Sullo stadio: "Io per ora mi sono impegnato ad abbellire il centro sportivo di Formello, il centro più grande d'Italia. Purtroppo a Roma non è facile costruire un nuovo stadio, visto che in altre città queste iniziative vengono coadiuvate. Qui invece sembra che si tenta di scongiurarlo. In passato fui addirittura accusato di fare speculazione. Io mi adopererò per far sì che lo stadio diventi realtà. Bisogna far capire alle persone l'importanza di creare una struttura del genere, soprattutto a livello civile. Problematiche politiche? Al momento non posso dire nulla perché non ho avuto contatti con la politica. A me piacerebbe fare uno stadio a Roma visto che la Lazio ha portato il calcio qui. Il problema è che una volta per tutte le persone si lasciano guidare da un'interesse collettivo".

Sulla Salernitana: "Io quest'anno ho voluto superare me stesso. Voglio vedere se riesco a vincere il campionato allestendo una squadra competitiva con un allenatore con un grande curriculum in Serie B. Chiaramente se vado in Serie A devo vendere il club. Anche nell'avere una doppia squadra sono stato il primo. In quattro anni l'ho portata dalla Serie D alla B. Poiché a livello locale tutti si lamentavano ho deciso di spingere sull'acceleratore. La squadra ha tutte le potenzialità per andare in Serie A. Se ci riuscirà troveremo sicuramente qualcuno che l'acquisterà".