notizie

Milinkovic, il cavaliere con la macchia sulla mano

Milinkovic

E' stato un gigante nel derby, eppure sulla sua testa pesa il rigore ingenuo concesso a Kolarov. Poi la sostituzione non gradita nemmeno da Lotito

redazionecittaceleste

ROMA - Il labiale non è stato facile da capire, ma l’espressione, quella sì, è stata eloquente. Claudio Lotito inquadrato dalle telecamere dice qualcosa e con le mani mima un gesto interrogativo. Come a dire: «Ma perché lo cambia?». In realtà è una domanda che in molti si sono posti. Compreso lo stesso Milinkovic uscito un po’ amareggiato. Inzaghi, a venti minuti dalla fine, toglie Sergej per inserire Parolo.

E pensare che tra il Paradiso e il Purgatorio ci sia una traversa, colpita proprio dal Marco Nazionale. Un episodio che avrebbe potuto colorare la partita di biancoceleste. Protagonista nel bene e nel male il serbo. Un gigante in mezzo al campo. Bravo a reagire dopo quella mano troppo larga che aveva regalato il rigore segnato dal connazionale Kolarov. Una macchia su un disegno che fino a quel momento era sembrato perfetto. Questione di sfortuna e poca lucidità. Quella che ha accompagnato i biancocelesti per tutto il derby. Quattro pali in una gara sola non li centrava dall’ottobre 2017, 2-1 in casa del Bologna. Mai successo in una stracittadina. Sergej era l’uomo più atteso. L’uomo in più. Il gioiello destinato ad impreziosire altre corone rimasto, invece, a fare più bella quella laziale. Il rigore lo manda un po’ in confusione. Prima fa un fallo al limite dell’area sempre su Kolarov, poi fa un colpo di tacco che lancia un contropiede dei giallorossi. Un errore marchiano, però emblematico del momento che stava attraversando. Inzaghi dalla panchina cerca di risvegliarlo. Un attimo di sconforto che riesce a cancellare con il carattere. Giganteggia tra i centrocampisti della Roma. Prima prova a fare gol su uno svarione di Pau Lopez poi serve di testa ad Immobile la palla del pari. Peccato che Ciro calci di potenza e non di precisione e che ci sia ancora un palo di mezzo a negare la gioia. Insomma, Sergej non si è arreso, e anzi avrebbe voluto lasciare il segno. Del resto, durante il ritiro di Marienfeld in Germania si era procurato una distorsione all’anca e la sua prima preoccupazione era stata proprio quella di recuperare in tempo per il derby. Talmente tanta la voglia che il serbo è rientrato addirittura alla prima di campionato a Marassi.

IL MAGO

I grandi calciatori si vedono proprio in questi momenti. Milinkovic, come in un contrappasso dantesco, al trenta dalla fine strappa di rabbia una palla a Kolarov a metà campo. Serve Immobile che con un gioco di gambe dà palla a Luis Alberto. E’ l’azione del pari. Primo gol dello spagnolo in un derby. Un tiro che passa in uno spazio impossibile come a far voltare quella fortuna che troppe volte si era girata dalla parte opposta. «Segnare contro la Roma è bellissimo. Sono meno felice però per il fatto che non abbiamo vinto la partita». Segna ed esulta con il dito davanti alla bocca. Niente polemica però: «Avevo un po’ d’ansia per il Var, ormai non si è mai sicuri quando si fa gol. Poi ho buttato un po’ d’acqua verso la panchina perché faceva caldo». Crediamogli. Un fantasma nel primo tempo Luis Alberto. Quasi mai nel vivo dell’azione. Poi il lampo che svolta partita e voto in pagella.

Nel frattempo, per tutti i fanta-allenatori lettori di Cittaceleste.it, è pronta un'esperienza pazzesca... con in palio un montepremi complessivo da 250mila euro e... un JAGUAR F-PACE! >>> SCOPRI DI PIU'

Cittaceleste.it