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Morte Diabolik, l’appello delle figlie: “È un’ingiustizia”

Ecco la lettera delle figle di Diabolik, Giorgia e Ginevra

redazionecittaceleste

ROMA - Nonostante i tanti appelli di amici, tifosi e famiglia, il Questore non sembra intenzionato a cambiare la decisione di effettuare il funerale di Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, in forma privata. Decisione presa per salvaguardare l'ordine pubblico sì, ma che fa gridare all'ingiustizia da parte di chi voleva dare un ultimo saluto a Diabolik. Così dopo le richiesta da parte della sorella di Piscitelli, Angela, è arrivato anche l'appello delle figlie, Giorgia e Ginevra. Ecco la loro lettera: "In un momento di così grande dolore, risulta incomprensibile come, a nostro padre, che non ha mai avuto condanne per associazione ed il cui killer ad oggi è ancora sconosciuto, il questore di Roma abbia deciso di applicare  gli stessi divieti di celebrazione del funerale che altri questori hanno applicato a personaggi di spicco della criminalità organizzata, ristretti fino alla loro morte in regime di 41bis OP".

"I precedenti con la giustizia, debitamente scontati da nostro padre, contrastano con l'immagine distorta che si sta diffondendo, palesemente strumentale a giustificare la legittimità di un provvedimento, adottato dal questore nell'immediato della morte di papà, che non era sottoposto ad alcuna misura restrittiva della sua libertà. Riteniamo che la  tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini di cui all'art. 27 co.2 TULPS non possa spingersi al punto di vietare che Fabrizio, nostro padre, assolto da ogni reato di associazione, abbia una cerimonia secondo l'ordinario rito funebre cattolico, all'interno della chiesa parrocchiale, che è per altro sottoposta alla giurisdizione della Santa Sede. Crediamo che chiunque al nostro posto, avvertirebbe, l'ingiustizia che, comprensibilmente, in un momento così drammatico ci sta arrecando ancora più dolore. Giorgia e Ginevra".