ROMA - Non è logico, è sierologico. E l’ultimo test rapido non lascia più alcun dubbio: Caicedo è positivo al gol dell’ultimo minuto. Come lui in Italia nemmeno (fermo a 5) Cesarini, come lui non c’è più nessuno. Nel suo sangue scorre il sesto centro (uno proprio alla Juve il 7 dicembre scorso) oltre il novantesimo, il secondo di seguito in A dopo Torino: «Sono commosso, è successo di nuovo, ma questa rete è di tutto il gruppo. Abbiamo dimostrato d’essere più squadra dei bianconeri e con questa cattiveria arriveremo lontano. Il pareggio è meritato». Uno a uno, Felipao risponde sul gong a Ronaldo e trasforma l’Olimpico deserto in un rave della Lazio. Pogano Inzaghi e Caicedo. Pogano stritolati dall’abbraccio di tutti sul prato. Il momento è delicato, ma pure Lotito sorride in tribuna, dietro la mascherina, all’ultimo respiro. Fiato trattenuto quando Correa, sino a quell’istante spento, s’accende in uno slalom di fondo, fulmina un avversario dietro l’altro e scarica per Felipao. L’ecuadoregno fa scorrere il pallone, appoggiandosi su Bonucci, si gira e la mette ancora dentro. Incredibile Caicedo. Non è più un oracolo, è un solenne giuramento. Una sentenza che uccide una Juve persino troppo prudente sino a quel battito rotto.
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Tamponi Lazio, Caicedo è positivo al gol dell’ultimo minuto
Ha superato pure Cesarini nei gol (6) oltre il novantesimo
DOMINIO
La Lazio accetta subito la sfida a viso aperto con la Juve e inizialmente la vince. E’ un precisa scelta d’Inzaghi, quella d’aggredire: non a caso c’è Cataldi in regia nell’undici iniziale. I bianconeri vengono schiacciati nella propria metà campo per un quarto d’ora, ma puniscono in padroni di casa al primo contropiede. Cuadrado arriva sul fondo e riesce a crossare forte: Reina esce male, Ronaldo s’avventa al volo sul pallone vorace. Tredicesimo gol subito (più altri tre in Champions) dalla retroguarda biancoceleste, brava in uscita e impostazione, ma sempre distratta nel difendere. Cr7 esulta per la sua sesta rete in 4 gare. Il Covid non ha minimamente intaccato il suo valore. Luis Alberto invece arranca a distanza di pochi giorni dal suo test negativo, fondamentale per rientrare: sulla fascia sinistra non lo aiuta Fares, ma anche quando sfonda centralmente si scontra col muro della Juve. In realtà nel primo tempo la Lazio avrebbe pure l’occasione di pareggiare, ma Muriqi non riesce a deviare in spaccata un torre di un Milinkovic straripante. A questo punto però sale in cattedra ancora Cristiano e la sua voglia di raddoppiare: prima sfiora il palo con un rasoterra, quindi colpisce l’incrocio, infine fa volare Reina su una punizione.
RIPRESA
La Juve non chiude, così Pirlo al rientro si cautela col 4-4-2. Ancora meno sbocchi, Inzaghi s’aggrappa ai cambi, ma l’unica occasione vera è sulla testa di Marusic. I bianconeri difendono, sciupano i contropiedi e alla fine vengono puniti. Perché, quando tutto sembra finito, ecco la prodezza degli attaccanti biancocelesti: Correa passa tra Cuadrado e Bentancur, serve Caicedo che in un millimetro, di destro, trova l'angolo opposto a Szczęsny. «Voglio dedicare il gol – dice Felipao – a Immobile, Leiva e Strakosha, che oggi non sono potuti essere con noi». Ma a Ciro con la testa è lì: «Mo chiamatelo culo – scrive su Instagram , io ti amo bestione». Tutti i compagni sui social esaltano il Panterone, Milinkovic e Reina invece il carattere biancoceleste in questo frangente: «Non provate a tirarci giù, questa squadra ci metterà ancora più cuore e ci sarà sempre». Basti vedere l’esultanza al pareggio di tutta la Lazio, panchina compresa: «Per fortuna abbiamo Caicedo – chiosa Acerbi sorridendo – anche se non so come faccia. Non c’è una spiegazione logica». La logica non è sincera, la zona Caicedo invece è sempre più vera.
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