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Un altro Tucu da matti chiama Scaloni

Terzo gol decisivo di Correa, che spera di riprendersi l'Argentina alla prossima sosta

redazionecittaceleste

ROMA - Un altro Tucu da matto. Sconclusionato eppure così meravigliosamente decisivo. Correa è un paradosso. E' fumo e arrosto, è un talento che ti fa ribollire il sangue dentro. Perché sbaglia l'impossibile e poi ti fa godere all'improvviso. Perché porta insieme a Immobile 7 dei 10 punti Champions dell'ultimo tour de force del campionato.

Perché per tutta la gara è irritante e mogio, ma poi sprinta e mette dentro la rete che sfata un tabù lungo trent'anni e due mesi a San Siro. E allora ti dimentichi di tutto e ti ricordi solo l'ultimo Tucu raggiante davanti al microfono: «E' una gioia importante per tutti noi, dopo tanto che non vincevamo qui». Già, Correa scioglie con un diagonale destro l'incantesimo. Ora non c'è più alcun dubbio che, il Milan, lui ce l'abbia proprio nel destino. Quarto gol ai rossoneri, così non ha mai punito nessuno al mondo. Forse per questo Boban e Maldini in estate con 40 milioni lo volevano strappare a Lotito, per non vederselo più segnare contro. Invece il presidente lo ha blindato con una clausola da 80 milioni e il rinnovo, adesso esulta in tribuna saltando in cielo. Gli ultimi tre centri di Correa (in totale sono 4, con quello alla Samp alla prima giornata) valgono il quarto posto con Atalanta e Cagliari, a pari merito.

SCIUPONE

Per Joaquin sembra quasi la chiusura d'un cerchio. Era nato in biancoceleste e diventato titolare l'anno scorso, con il gol del pari contro i rossoneri all'Olimpico al novantatreesimo. Per lui allora Inzaghi aveva inventato un nuovo modulo tutto votato all'attacco. Correa lo ringrazia mandando definitivamente il Milan al Diavolo. Ci mette un'eternità a trovare il raddoppio, ma alla fine conta il risultato. La croce si spezza, ecco la delizia all'incrocio. Come in Coppa Italia, è un gol che stende l'avversario al tappeto. Correa stavolta lo sferra giocando da fermo nel secondo tempo. Fino a quel momento erano disperati sugli spalti pure il match analyst Allavena e i collaboratori d'Inzaghi Rocchini e Cerasaro, al gol un urlo liberatorio: «Dai Tucu, era ora». Correa si era divorato due occasioni clamorose a tu per tu con Donnarumma. Un geniale Luis Alberto lo aveva già lanciato verso la porta, per fortuna l'argentino non fallisce nella ripresa: «Complimenti al mio compagno per l'assist incredibile, arriva sempre per primo sulla seconda palla».

NAZIONALE

Ora c'è l'arrosto. Non ci sono più solo i palloni sparacchiati su Pau Lopez nel derby, le chance sprecate davanti ad Handanovic o il rigore sbagliato a Bologna negli occhi. Corra continua a sciupare mille occasioni, ma adesso centra pure le reti che portano punti: «Siamo diventati tutti più determinati, anche se il mister ci dice che dobbiamo comunque divertirci in campo ed essere felici. Siamo sulla strada giusta, lottiamo e vinciamo. Se fossimo usciti da San Siro col pari saremmo stati delusi. Adesso dobbiamo ancora migliorarci, remare nella stessa direzione e toglierci altre soddisfazioni». Correa vuole riprendersi pure l'Argentina a suon di reti. L'ha ripersa, ma fra pochi giorni spera di ritornare fra i convocati.

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