ROMA - Tutti si aspettavano di più da Denis Vavro. Lotito molto di più. Anche perché ha pagato una cifra alta per lo slovacco. Anzi, altissima per le sue abitudini: 11 milioni di euro più uno di bonus. È tra gli investimenti più elevati che il presidente abbia mai fatto e terzo difensore più caro dopo due mostri sacri: Jaap Stam e Sinisa Mihajliovic. Operazioni di un’altra epoca e di un altro presidente, opposto rispetto all’attuale: Cragnotti spendaccione, Lotito parsimonioso. Vavro ha giocato poco e, quando è stato impiegato, non ha mai davvero convinto. Meglio: spesso ha deluso. Abituato a giocare nella linea a quattro del Copenaghen e della Slovacchia, dove fa coppia con l’interista Skriniar, ha faticato a inserirsi nei movimenti della difesa a tre. Sembrava scontato che potesse adattarsi, non è stato così e forse non è un caso: anche Godin –e in parte lo stesso Skriniar – hanno faticato passando a questa disposizione tattica con Conte. Inzaghi, però, vuole valorizzare Vavro; lo deve anche alla società, che ha la necessità di non sprecare l’investimento fatto in estate. Per questo l’allenatore sta cercando di trovargli una collocazione che gli permetta di esprimere le sue qualità, sulle quali Tare – uno che raramente sbaglia – è pronto a giurare. Stasera, nell’infuocata sfida del Celtic Park (la Lazio sarà seguita da 1.500 tifosi), lo slovacco giocherà centrale, la posizione abitualmente occupata da Acerbi, che sarà in questo modo spostato a sinistra, con Bastos a destra. Se non dovesse funzionare, Inzaghi potrebbe rimescolare tutto in fretta, tornando alla disposizione abituale: Acerbi tra Vavro e Bastos. Per Denis, difensore in cerca di un’identità, questa partita di Europa League è un’occasione da sfruttare anche per il futuro.
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Vavro al centro: a Glasgow prove per il futuro
Giocherà al centro come in Danimarca, Acerbi si sposta a sinistra come nel secondo tempo contro il Rennes a Roma
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