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Zitti tutti, rispetto per Diabolik

Zitti tutti, rispetto per Diabolik

redazionecittaceleste

Di Stefano Benedetti

“Aho a Stè”. Il timbro della sua voce è ancora fermo, limpido, vivo nelle mie orecchie. Strana la vita. Compagni di giochi di gioventù...poi a capo di una tifoseria nel momento in cui la mia vita professionale stava virando nella comunicazione del mondo Lazio. Una sceneggiatura. Non c’è dubbio. Impossibile da prevedere, da immaginare. Abitare in uno dei quartieri più popolosi di Roma, con più tifosi della Roma in assoluto, per poi ritrovarsi con ruoli decisamente diversi sotto la stessa bandiera. Quella che difendevamo da ragazzi contro tutti i nostri amici di Cinecittà...la Lazio.

Quando se ne va un amico non hai voglia di capire come ti abbia lasciato. Nè il perché. Così come non hai mai avuto voglia di giudicarlo da vivo ora senti solo il dolore della sua assenza. Un uomo leale! Chiaro e coerente nelle sue idee. Prendere o lasciare.

L’ultima volta che ci siamo visti accadde un piccolo miracolo.

“ Fabbrì te posso fa un regalo?”. “Certo rispose lui”. Spalancò gli occhi in senso di attesa ed io tirai fuori un braccialetto abbastanza particolare (visto che lo avevo comprato e benedetto a Medjugorie) e glielo infilai al polso. Gli dissi “Tienilo con te. Non ti porterà fortuna. Qui parliamo di amore non di fortuna. Ma fai quello che ritieni più opportuno fare”. Lo toccò anche per vedere come gli stava. “Grazie stè...ma io non ci credo”. Gli risposi che gli avrebbe fatto bene invece cominciare a pensarci un po’. A distanza di giorni ci sentimmo e mi disse che se lo era tolto ma che lo aveva messo al sicuro a casa.

Questo era il mio rapporto con il capo degli Irriducibili. Fatto di scambi di messaggi, calciomercato, risate e anche, perché no, scambio di vedute differenti. Ma ci sta. Lui era Diabolik. Sempre superate però con rispetto reciproco. Con rispetto dei ruoli e del nostro modo di pensare.

Potrei scrivere per ore...la biografia di questa amicizia. Una storia piena di “RISPETTO”. Di onore e affetto.

Nessuno ti potrà giudicare.

Se non Dio. Lassù, in cielo.

Ora serve solo il silenzio e a chi non riuscirà a stare muto lo invito a sciacquarsi la bocca prima di parlare di Diabolik.

A nome di Cittaceleste porgo il cordoglio a tutta la famiglia ed ai suoi cari.