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Lazio Women, Santoro: “C’è chi ha voluto colpirmi, ma questa è casa mia”

Martina Santoro
Il lungo sfogo della calciatrice, capitano della squadra femminile, finita fuori rosa durante il periodo con Carolina Morace in panchina

redazionecittaceleste

Non è stata una stagione semplice per la Lazio Women. Il sogno salvezza, prima miraggio e poi possibilità, è svanito a un paio di giornate dal termine. Mentre si attende che Lotito decida se acquistare un titolo sportivo di un altro club e rimanere in Serie A, però, sono arrivate le parole di Martina Santoro. La calciatrice, capitano della Lazio Women, era finita fuori rosa a causa di qualche dissapore con coach Morace. E, ora, tramite i suoi profili social Santoro si è tolta qualche sassolino dalla scarpa. Questo il suo messaggio. “Se me l'avessero raccontato non ci avrei mai creduto. Se m'avessero messo per iscritto lo svolgimento e l'epilogo di quella che sarebbe stata la tanto agognata stagione nella massima serie, io avrei fatto fatica a crederci. La stessa che poi faccio adesso, mentre cerco di raccontarla a voi, alle persone che mi hanno sostenuto, scritto, incoraggiato.

Martina Santoro e Ciro Immobile

Qualcosa nell'arco di questi mesi è già trapelato, ma io, per definizione, sono una a cui piace mettere nero su bianco tutto ciò che le succede, per fare chiarezza e non lasciare nulla al caso. Probabilmente perché non sono mai pervasa dall'ansia di essere smentita, certa che il racconto sia frutto di fatti realmente accaduti. È stata una partenza shock, tutte le aspettative che mi ero creata si sono infrante contro un muro fatto di persone poco leali, che hanno lavorato sotto traccia con l'intento di colpirmi dal punto di vista umano e di portarmi a scegliere di essere allontanata dal gruppo, pur di non scendere a compromessi. Ho attraversato giorni difficili, fatti di solitudine, sofferenza e tante tante domande. Ad ascoltare i miei silenzi c'erano poche persone, le stesse per cui spenderò le mie parole da oggi in poi.

La mia famiglia, come sempre mia sorella e qualche altra minuscola eccezione. Ho avuto la fortuna, però, di sentire vicina la società Lazio come mai prima d'ora nella persona del suo direttore Mauro Bianchessi, uomo di spessore morale e professionale. Le cose sono gradualmente migliorate dal punto di vista dei risultati, del lavoro e del clima. Ce l'ho messa tutta per tornare a essere ciò che sono sempre stata all'interno dello spogliatoio, nonostante io non abbia mai ricevuto l'attenzione che merita chi vive situazioni emotivamente particolari. Si è pensato potessi rimediare da sola, anzi, non si è pensato proprio nulla. Ho fatto fatica, tanta; ho sofferto, molto. Ho lottato, altrettanto... Contro chi, in realtà pensavo ci tenesse a recuperare la Martina persona e la giocatrice poi.

Così non è stato. Sarebbe sgradevole elencare, ma chi conosce sa e per me va bene così. Ho un'unica cosa da ribadire e sottolineare, una di quelle sulla quale non voglio e non posso sorvolare: la Lazio è casa mia, la mia vita, le mie gioie e i miei dispiaceri. È quella cosa che mi fa svegliare incazzata o felice, a seconda del risultato del giorno precedente. Lei è il termometro, delle mie sensazioni. La Lazio è il mio sogno da bambina che ogni giorno, quando varco le porte di Formello, si trasforma in realtà. Sapere che qualcuno si sia riconosciuto è la mia più grande vittoria. La Lazio è la sua gente".