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Garlaschelli: Wilson era un giocatore importantissimo per quella Lazio

Garlaschelli

L'ex compagno ricorda il capitano: "Siamo diventati amici al termine della carriera. L'ultima volta, a cena, tra sorrisi e allegria".

redazionecittaceleste

Renzo Garlaschelli, compagno di squadra di Pino Wilson per otto stagioni, è intervenuto a CittacelesteTv per ricordare il proprio capitano. "Quando Giancarlo Oddi mi chiama di prima mattina, vuol dire che è successo qualcosa. Non ho pensato a Pino, perché c’eravamo sentiti pochissimi giorni fa. Mai e poi mai mi sarei aspettato una sorpresa del genere. Un suo ricordo? Due anni fa, in estate, eravamo andati a cena: era molto sorridente, molto allegro. Con l’età era migliorato come carattere. Sul campo era un giocatore straordinario. Era determinato, sportivamente cattivo. Dal lunedì alla domenica giocava sempre allo stesso modo. Da giocatore non ho avuto grandi rapporti con lui. Ma una volta terminata la carriera, le nostre frequentazioni sono diventate assidue .

"Io tra il gruppo di Chinaglia e quello di Martini ero neutrale - sottolinea Garlaschelli - ma al limite avrei appoggiato il gruppo nordista, quello dei milanesi. É una di quella giornate che ti lasciano l’amaro in bocca. Non ho voglia di pensare, è da questa mattina che sono un po’ stonato. Con Felice Pulici mi ero abituato all’idea per la sua malattia, così come per Mario Facco. Con Wilson, dopo vent’anni ci siamo ritrovati, e siamo diventati più amici di prima. Era un professionista esemplare, aveva un’impronta fondamentale, era importantissimo per quella squadra. Dal lunedì al sabato - com’è risaputo - noi litigavamo: ma la domenica diventavamo una squadra".

"Dopo diversi anni con Pinio siamo diventati amici. Ci sono dei momenti che vanno oltre lo scudetto del ’74. Il calcio è cambiato tantissimo. Noi eravamo una squadra aperta verso i tifosi. Era un calcio casareccio. La Lazio veniva da una situazione critica, l’anno prima eravamo in Serie B. La Lazio di Cragnotti era già pronta per vincere. Quel giorno a Napoli perdemmo lo scudetto perché arrivammo sulle gambe. Ma qualche cosa all’Olimpico - Roma-Juventus ndr - era successo. Noi facemmo una brutta partita, e perdemmo. Ma a un anno di distanza conquistammo lo scudetto. E fu una festa grandiosa. Martedì mattina sarò al funerale di Pino, non posso mancare".