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Focus Lazio: Il Comandate Sarri ha messo fine alla Tarecrazia

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Procede il braccio di ferro tra tecnico e direttore sportivo. Due caratteri incompatibili: alla fine, ne resterà soltanto uno

redazionecittaceleste

L’arrivo di Maurizio Sarri ha cambiato molte cose nel mondo Lazio. Innanzi tutto, ha ribaltato quella forma di omertà che regnava da troppo tempo nelle segrete stanze di Formello. No, non era solo questione di riservatezza, o di senso di appartenenza. Era un modo fasullo per proteggere la Lazio, un boomerang che finiva col fare male alla squadra, al club, a tutto l’ambiente Lazio. Verità nascoste, cose non dette, situazioni mai chiarite. C’è sempre un fax che non funziona, un indirizzo mail sbagliato, un calciatore apprezzato come giocatore ma non come uomo che per colpa esclusiva fa saltare l’intero mercato di uno dei maggiori club europei.

Il Comandante ha messo fine alla Tarecrazia, una "dittatura" imposta da oltre un decennio che ha fatto diverse "vittime", tra cui Angelo Peruzzi, uomo d’altri tempi, con valori umani e professionali inconfutabili. Sarri è fatto della stessa pasta: è schietto, sfrontato, talvolta anche scomodo. Ma non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Ormai prima delle partite della Lazio va in scena il solito siparietto. Il dirigente albanese afferma cose puntualmente smentite dall’allenatore nel post partita. Ieri sera - al termine della sfida contro l’Udinese - Maurizio Sarri ha ribadito con fermezza le sue idee riguardo l’organico e il calciomercato.

Igli Tare ha un grosso nemico: il tempo. Parla sempre prima, e puntualmente viene preso d’infilata dal tecnico. Nei primi mesi di Lazio, Sarri ha affrontato a viso aperto l’Uefa, l’Assocalciatori, la Figc, la Lega Calcio. Figuriamoci se rinuncia a puntualizzare il proprio pensiero ogni qual volta viene distorto, riportato in maniera errata. Vive la sua Lazio come una missione, non è disposto a scendere a compromessi, ha l’età giusta per poter tirare dritto per la sua strada. Senza condizionamenti. Eppure Sarri ha due grossi difetti: dice sempre quello che pensa, e piace in maniera smodata al presidente Lotito. Anche per questo, il tempo è nemico ds Igli Tare.