"Alla Lazio sarei venuto anche a piedi e quando me lo dissero fui incredulo. Furono anni fantastici coronati dagli scudetti e dalla Coppa Italia, vinta in collaborazione con Inzaghi" - così Alberto Bollini, fresco vincitore dell'Europeo U19 con l'Italia ai microfoni di Radiosei. L'ex allenatore della Lazio, dal 2010 al 2015 (tra Primavera, giovanili e vice in prima squadra) torna a raccontare la sua esperienza con i biancocelesti.
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Bollini: “Alla Lazio sarei venuto a piedi. Lo scudetto con Cataldi e Keita…”
"Nel 1999-2000 mi chiesi in che mondo sono. Noi ci allenavamo al Francesca Gianni perché a Formello si facevano i lavori. Quando andavo a Formello vedevo campioni pazzeschi e con grande carisma. Poi con la Primavera vinsi uno scudetto inaspettato. Ricordo una volta in un derby Primavera con tanto pubblico a Formello in cui si ruppe un crociato un nostro giocatore. Incontrai il giorno dopo Simeone nel parcheggio che mi disse: “Mister, mi dai il numero di telefono di quel ragazzo che ci voglio parlare”. Ecco, questi sono gesti da campione bellissimi. All’epoca facevo la difesa a quattro ma adattavo il modulo alle caratteristiche dei giocatori che avevo e che costruivamo".
"Nel 2011-2012 vinciamo lo scudetto in maniera trionfale, con un grande calcio grazie ai ragazzi. Terminato l’anno mi chiedono di fare il responsabile del settore giovanile, ma io preferivo la panchina e rimasi in Primavera. Esonerato Petkovic tornò Reja e Lotito mi chiese di fargli da secondo e non potei rifiutare e così feci mezza stagione sulla panchina della Lazio e fu una grande esperienza".
"Lo scudetto del 2012 fu un trionfo, con giocatori come Cataldi, Keita… ma quando fai il settore giovanile non devi solo pensare a vincere trofei, ma soprattutto far crescere ragazzi e dargli un parametro, perché non tutti possono giocare in serie A. Dei giocatori che ho avuto, quello che mi spiace non abbia fatto carriera importante è Cinelli. Talento vero, abilità tecnica".
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