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Boksic: “Sinisa grande uomo, è una notizia dura. E in campo era fortissimo”

Alen Boksic
Le parole di Alen Boksic per ricordare Mihajlovic: “Andarsene così presto, questo no. Mi ha davvero tagliato le gambe, non so che cosa dire”

redazionecittaceleste

Dal primo pomeriggio di venerdì non è più la stessa cosa. La notizia della morte di Sinisa Mihajlovic ha colpito duro tutto l’ambiente Lazio, ma in particolar modo tutti coloro che a cavallo del terzo millennio hanno condiviso lo spogliatoio con Sinisa, inanellando un successo dopo l'altro. È il caso, per esempio, di Alen Boksic, uno che non è abituato a parlare ma che questa volta ha voluto fare uno strappo alla regola per ricordare Mihajlovic. Queste allora, le sue parole a Il Messaggero. “Sapevo che non stava passando un momento semplice, ma andarsene così presto non è giusto. Me lo ricorderò sempre come un grande uomo”.

Una notizia difficile da accettare…

Incredibile, non ho parole. Questi momenti sono veramente difficili, sono molto dispiaciuto. Sapevo che non stava bene anche perché ne stavano girando di tutti i colori su di lui, ma è stata una notizia dura da mandare giù”.

Lo aveva sentito di recente?

No, ma mi stavo informando sulla sua situazione, ero in contatto con un suo amico per capirne di più. Sapevo che stava male, però così non è giusto. Uno sta sempre attento e cerca di curarsi, ma andarsene così presto, questo no. Mi ha davvero tagliato le gambe, non so che cosa dire”.

Quanti ricordi le evoca Mihajlovic?

Tanti. Lui arrivò nell’estate del 1998 dalla Sampdoria, se non ricordo male, e giocammo insieme per due stagioni. Di recente sono anche tornato a Roma, una città che mi fa pensare sempre a bei momenti e alle vittorie ottenute ovviamente accanto a Sinisa. Sto veramente giù in questo momento. Me lo ricorderò sempre come una persona eccezionale, un grande uomo”.

In tanti lo sottolineano: l’uomo ha superato il professionista…

Assolutamente sì. Sinisa era davvero una persona eccezionale, senza dimenticare chiaramente quanto era forte sul campo. Guai però a pensare solamente al suo gran mancino, perché lui era forte in tante cose. Ha cambiato la concezione del suo ruolo. Grazie a lui anche i difensori hanno cominciato a segnare e tirare le punizioni, ma anche in marcatura andava forte. Era un grande campione, davvero. È stato un piacere combattere in tante partite fianco a fianco”.