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Arrigo Sacchi celebra Sarri: “Ha un’idea, ma non può far miracoli”

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L'ex ct della Nazionale Italiana elogia il collega. "La sua impronta si vede sempre, e i risultati nel corso della carriera non sono mancati"

redazionecittaceleste

Maurizio Sarri è un tecnico che piace ai maestri del calcio, che guardano più alla prestazione che ai risultati. Di solito, i due cardini del gioco più bello del mondo vanno di pari passo: vince chi gioca meglio. E’ un’assioma che funziona sempre, e che alla lunga prevale in gran parte delle squadre di calcio. Anche l’ex ct della Nazionale Italiana Arrigo Sacchi ha espresso apprezzamenti per l’allenatore della Lazio. Sarri in questi primi mesi sulla panchina della formazione biancoceleste non sta trovando i risultati auspicati dalla società. Le prestazioni della squadra laziale sono arrivate soltanto saltuariamente - a sprazzi - e la classifica è avara di punti.

"Chi vuol fare l’allenatore - ha dichiarato Arrigo Sacchi - deve avere un’idea di gioco. E Sarri, lungo il corso della propria carriera ha dimostrato di avere un’idea di calcio ben precisa. Sarri è un allenatore che riesce a dare un’impronta alle proprie squadre. I risultati ottenuti hanno premiato il suo gioco. Un allenatore è chiamato ad allenare una squadra, non è tenuto a fare miracoli. Esuliamo i miracoli dal calcio, teniamoli per cose più importanti". La battuta con cui l’ex tecnico del Milan campione d’Europa assolve l’attuale gestione tecnica di Maurizio Sarri, è anche un attacco indiretto all’organico costruito dal club biancoceleste.

Sarri è stato costretto a cercare un equilibrio che fin qui non è arrivato. Ma le maggiori responsabilità del rendimento della squadra sono da attribuire a chi ha costruito un organico carente, sia dal punto di vista numerico, sia dal punto di vista qualitativo. La Lazio -dopo aver chiuso al sesto posto la passata stagione - non è stata ridisegnata per il nuovo allenatore. La dirigenza ha ritenuto di dover trovare la soluzione ai problemi strutturali di organico, con l’ingaggio di Sarri. Senza adattare la rosa alle esigenze del nuovo modulo. La difesa continua a essere il punto debole della Lazio, ma anche nella passata stagione la squadra aveva subito dodici sconfitte incassando 55 gol. Dopo aver cambiato tecnico, è tempo di cambiare i giocatori.