Salta di fronte a un rosso e alla sfortuna il banco di prova più importante. O, almeno, una sfida ad armi pari. La Lazio soffre e cade solo di fronte alla sfortuna, non deludendo in casa della Juve. La gara è vivace, combattuta più in mezzo al campo che dentro le due aree di rigore. Lo scontro a centrocampo nei primi minuti lo vince Thiago Motta, con Thuram costantemente libero e spina nel fianco della difesa biancoceleste. Al 23’ però arriva l’evento che cambia la gara: Kalulu si invola a tu per tu con Provedel, arriva al limite dell’area di rigore e Romagnoli interviene in scivolata. Il Var incastra il 13: punizione e rosso, Lazio in dieci e Dia fuori per far spazio a Patric. Baroni, costretto a passare a un 4-4-1, si snatura nel modulo ma non nell’approccio: la Lazio non si chiude nella propria area, pur senza riuscire a creare pericoli concreti dalle parti di Di Gregorio.
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Il cuore non basta: la Lazio in dieci cade per un autogol nel finale
Non è da meno la Juve: nessun tiro in porta nella prima frazione a testimoniare ancora una volta le difficoltà offensive. Il secondo tempo però cambia gli equilibri: la Lazio prova a colpire con sporadici contropiede, i bianconeri si divorano un gol dopo l’altro. Prima Vlahovic, con una clamorosa traversa da due passi, poi Douglas Luiz che manda fuori di testa dall’area piccola fanno tremare Baroni. Che sceglie allora di cambiare: fuori Zaccagni, Guendouzi e Isaksen, dentro Castrovilli, Vecino e Pedro.
La Juve cresce negli ultimi venti minuti, la Lazio fa fatica a prendere ossigeno. Come non bastasse, accusano piccoli problemi sia Gila che Castellanos, ma il cambio è Tavares per Pellegrini, con il portoghese costretto a fermarsi dopo aver poggiato male un piede. Dove non arriva la Juve, arriva la sfortuna: proprio Gila, stremato e acciaccato, cicca un pallone a un passo dal novantesimo e inganna Provedel. Pochi secondi prima era arrivato un colpo sospetto di Douglas Luiz alle spalle di Patric, nel dubbio il Var risolve con un nulla di fatto in meno di dieci secondi. La Lazio prova un assalto emotivo, ma nella serata in cui va tutto storto non basta nemmeno il coraggio di Baroni. La Juve vince una gara stregata per i biancocelesti, che escono però a testa alta e per nulla ridimensionati.
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