La Lazio vince una partita sofferta, dominata dalle emozioni. È soprattutto la paura a tenere banco tra i biancocelesti che poi si sbloccano con la doppietta di Castellanos prima di tornare nel terrore negli ultimi minuti di gara. Al termine del match, per analizzare quanto fatto, è intervenuto in conferenza stampa Giovanni Martusciello. Queste le sue parole.
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Frosinone-Lazio, Martusciello: “Il gruppo faccia tesoro di oggi. Sto con Sarri, ora…”
Come ha vissuto questa settimana? Come l’ha vissuta la squadra?
“Di sicuro non con comodità. Tre giorni molto travagliati, complicazioni su complicazioni. Non è stata bella, dopo tanto tempo passato in questo ambiente. Però le risposte che si sono avute stasera sono figlie anche di questo senso di appartenenza. Mi auguro, come gruppo, che non sia necessario richiamare quanto richiamato stasera. E non parlo del gioco ma di senso di appartenenza, cuore. Devono capire che non servono situazioni simili per sprigionare questa reazione. Il significato, per loro e per come è maturata, è importantissimo”.
Secondo lei c’è stato un traditore nel gruppo o le parole emerse in settimana non hanno fondamento?
“Bisogna fare attenzione a quello che si dice in questa piazza. Qui ci sono ragazzi per bene, poi perdono e vincono. Ma seguire la direzione di quello che è girato è brutto. Sto nel calcio da tanti anni, avvertire un senso così sconfortante nell’apostrofare i giocatori di tradimento… ho certezze che non sia così. Sto qui da tre anni, li guardo negli occhi. Poi si può perdere e vincere, venivamo da quattro ko di fila. La somma, forse, ti fa andare in quella direzione ma non è così”.
Come ha preparato la gara?
“Tatticamente non abbiamo cambiato: non c’era necessità né tempo. Io sono un collaboratore di Sarri e la squadra è figlia di Sarri. Non potevo modificare nulla. Se oggi fanno tesoro di quanto tirato fuori oggi negli ultimi dieci minuti, si farà la differenza. Ho visto attaccanti fare i difensori centrali. Se riescono a tirar fuori questa roba qui la Lazio arriverà lontano a prescindere da chi l’allena. L’aspetto emotivo supera la condizione tecnico-tattica, potevamo prendere tre gol nella prima mezzora e ne è la dimostrazione. Con l’aiuto del nuovo allenatore sono convinto che andranno in quella direzione”.
Molti giocatori vi hanno chiesto di rimanere, il ds si è emozionato. C’erano varie possibilità: esonero, dimissioni o rinnovo. Perché si è arrivati alle dimissioni?
“Maurizio, persona capace e intelligente, ha realizzato che non riusciva più a incidere verso il gruppo. E ha preferito fare un passo indietro per portarli a una reazione. Ma non c’è condizionamento dovuto al fatto che Lotito volesse mandarlo via o che il gruppo volesse far tornare indietro l’allenatore. È stato l’amore per la Lazio, lo dimostra il fatto che lui ha lasciato soldi. Il direttore è stato veramente male, vuol dire che ha provato in tutti i modi a cambiare le cose e non ci è riuscito. Andare a trovare la causa… è successo insieme, tutta la storia è venuta meno”.
È stato il presidente Lotito a parlare di tradimento.
“Si usano termini per rabbia, delusione e amarezza. E magari si dicono cose che dovrebbero dirsi all’interno di una stanza. Ma non è che ha sbagliato il presidente. Sono giorni che non chiudo occhio, è stata una cosa troppo forte per me. Ho dovuto gestire da solo, col direttore, una situazione molto borderline”.
Aveva dato disponibilità fino a giugno. Ho sentito che ha detto in tv che domani tornerà a Ischia.
“La società aveva l’intenzione di trattenermi, ma ho una faccia e un’etica. Ero disponibile fino a quando non sarebbe arrivato un nuovo allenatore. Finché non si raggiunge una nuova direzione ho dato disponibilità, ho sempre saputo sarebbe stato a tempo determinato. Io sto con Sarri, da dieci anni. Poi le strade si possono anche dividere. Poi ho dovuto combattere con qualcuno che ha spinto per creare anche più confusione, ma non parlo della stampa”.
Tudor è pronto: cosa pensa? Può essere l’uomo giusto, ci parlerà?
“Non c’entro nulla, non ho mai chiesto né l’ha fatto la società di rimanere con un altro allenatore. Ha allenato in ambienti particolari Tudor, se ne parla bene, ma non lo conosco. C’è la società, il direttore. C’è chi ha il ruolo giusto, ogni gruppo ha la sua soggettività. Io non posso parlare con nessuno, ho solo dato disponibilità a Lotito e Fabiani”.
Cosa le mancherà di più?
“Vivo a Roma. Mi mancherà l’Olimpico, l’ambiente, i magazzinieri. Anche la stampa, se un po’ rompe i cog**oni. Mi mancherà tutto, sto qui da tre anni. Poi vivo a Roma e magari un salto a Formello riuscirò a farlo, credo mi facciano ancora entrare”.
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