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Frosinone-Lazio, Martusciello a Sky: “Le dimissioni? Vi spiego la scelta di Sarri”

Martusciello
Le parole del tecnico biancoceleste, intervenuto pochi minuti dopo il triplice fischio della partita dalla pancia dello stadio Benito Stirpe
Edoardo Benedetti Redattore 

La Lazio torna a vincere dopo la settimana più caotica della stagione. Buona la prima - e l'ultima - di Giovanni Martusciello da primo allenatore biancoceleste. Zaccagni e la doppietta di Castellanos ribaltano lo svantaggio iniziale e regalano la vittoria ai biancocelesti sul Frosinone, che accorcia anche il punteggio sul definitivo 2-3. Al termine della partita proprio l'allenatore di serata biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Sky. 

Queste le parole di Martusciello: “Quando si vince un po' di liberazione c'è, soprattutto per come siamo arrivati a questa partita. Quindi deriva da questo il segnale di essere uniti e vicini. Ma non era verso di me era per i ragazzi che non è che lo fanno di proposito a perdere le partite. Sono ragazzi che hanno delle difficoltà in una piazza complicata. Si è visto nel primo tempo in cui la squadra aveva difficoltà emotive, con tanti passaggi semplici sbagliati. Taty, lo stesso Ciro, gli attaccanti, sono i primi che beneficiano dei gol che fanno. Per cui erano contenti di aver vinto la partita ma devono risalire la classifica molto velocemente. Però questa era una partita complicata per come ci siamo arrivati.

Cosa è cambiato dal campionato scorso? Che è un altro campionato, l'abbiamo approcciato con un pizzico di energie minori. Non sottovalutando il campionato però. Poi in un arco così lungo ci sono passaggi che spostano: ci sono pesati tanto i due ko iniziali. E poi c'è la Champions che sposta, riuscire ad avere impatto in una competizione così e mantenerlo in campionato non è facile. Sono molte le situazioni che ci hanno portato a far meno dello scorso anno, in cui siamo usciti dall'Europa League e quello ci ha fatto fare il salto verso il secondo posto. Le annate non sono tutte uguali.

A Roma non è come Milano, la piazza si guarda e vuole - com'è giusto che sia - arrivare sempre più in alto. E quando non riesci a confermare quanto di buono fatto l'anno precedente diventa più complicato. Questo avviene anche in altre piazze ma qui a Roma è complicato. Bellissimo viverla, come quando si gioca all'Olimpico dove abbiamo vinto diversi derby. Però le annate non sono tutte uguali, rimane il dispiacere. Speriamo che questa squadra riesca a compattarsi e a far sognare nuovamente i tifosi. 

Se una parte della squadra può tradire un allenatore? Assolutamente no. Sono nel calcio da tanti anni, forse sì ma in questo gruppo è impossibile e impensabile. Non appartiene al DNA di questi ragazzi, anche perché se fosse così e i tifosi se ne accorgessero sono dolori. Delle volte non siamo riusciti a dare il 100% ma tradimento è una parola troppo forte. Ci sono stato due anni a contatto e non ho mai avuto una sensazione simile.

Sarri ha preso questa decisione per far sì che venisse fuori questa partita qui. Se n'è accorto che non incideva più e per farli reagire ha scelto questo. C'erano tre strade: le dimissioni, l'esonero o il prolungamento di due-tre anni del contratto. Altre strade non ce n'erano e siamo arrivati a questa scelta qui. Sarri non si è dimesso per paura di allenare la Lazio, l'ha fatto per tentare un'ultima reazione. Poi è stato anche il direttore che ha sofferto questa condizione qui e non vi nascondo che quando ha dato le dimissioni si è emozionato. Lui è stato il primo a rimanerci male. Per cui dispiace ma si troveranno altre strade.

Domani se riesco vado a Ischia, anche se punto a riposarmi perché sono quattro giorni che non dormo. Il mio futuro era talemente evidente solo che si è allargata una macchia di discussioni che non stanno né in cielo né in terra. Ho dato disponibilità perché ho visto un gruppo e una società che ne avevamo bisogno. Era già programmato che lasciassi la Lazio”. 

 

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