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Inter-Lazio, Tudor: “Rimpianti o frustrazione? No, felice e orgoglioso: nulla di perso”

Tudor in conferenza
Le dichiarazioni del tecnico biancoceleste, intervenuto poco dopo il triplice fischio del match direttamente dalla sala stampa di San Siro
Michele Cerrotta

Amarezza e due punti lasciati sul campo a San Siro dalla Lazio, che paga ancora una volta gli ultimi minuti di gara. L’Inter approfitta del mancato raddoppio biancoceleste e pareggia a tre minuti dal 90’. Proprio per analizzare la partita, allora, mister Igor Tudor è intervenuto in conferenza stampa. Queste le sue parole.

Pensa sia un’occasione persa per la Lazio?

No, non c'è niente di perso. Oggi c'è tanto di guadagnato”.

Forse siete mancati nelle ripartenze per chiudere la gara?

Oggi si è perso poco, si è guadagnato tanto. Faccio i complimenti ai ragazzi per una grande gara, poi un po' di rammarico ci sta. Eravamo 1-0 e mancava poco alla fine, c’era il contropiede per chiudere la gara. C’è un po' di rammarico, ma venire qui e giocare contro una squadra che gioca un calcio tra i due o tre migliori in Europa è tanta roba. L’abbiamo preparata bene e i ragazzi l’hanno interpretata alla grande, faccio i complimenti per un punto preso con orgoglio”.

Kamada in formato europeo, ha fatto bene anche Rovella. Ci punta, soprattutto sull’ultimo?

Di solito non commento le prestazioni individuali, non penso sia corretto. I giocatori che hanno giocato fin qui vanno lodati. Rovella però oggi ha giocato molto bene. Venire qui e giocare bene, dopo aver giocato poco ultimamente, non era facile: devi correre e pedalare, devi avere la lucidità di essere bravo con la palla. Lui ha cose interessanti, deve e può crescere: è una cosa che mi piace molto, può farlo da ogni punto di vista. Noi stiamo lavorando forte, anche in palestra, dal primo giorno. Poi vedremo: i giocatori decidono sempre dove arrivano. Se uno è forte, è forte a prescindere dallo stile di gioco”.

Il derby a Roma è molto importante, la corsa Champions è più accesa per la rivalità cittadina. Da quando è venuto a Roma, ha capito cos'è il derby? È cambiato qualcosa dal suo arrivo?

La rivalità è bella, mi piace. Però posso rispondere come ho risposto ieri in conferenza stampa: ci sono 38 giornate per tre punti o un punto. Le classifiche si fanno così e alla fine si vede dove si è. Poi i derby sono belli a livello mentale, per il peso specifico, ma non di punti perché sono uguali. Conta di più? Io lo accetto e lo capisco, ma non dovevo capire niente in realtà: lo sapevo anche da fuori, ho poco da aggiungere. Non ha senso farmi questa domanda, non è vero quello che dice perché siamo all'ottava gara in campionato e quella è solo una. Ce ne sono altre sette, con vittorie e pareggi”.

Ieri ha parlato di distanze. In campo si è vista una squadra ben ordinata e con le distanze giuste.

L'abbiamo preparata in questo modo, un po' più attento in questa compattezza qua. Se vai con l'Inter e ti aprono col loro portiere non vedi la palla e ti arrivano in porta in cinque secondi. Sono i più forti al mondo nel fare questo, volevamo essere compatti, aggressivi, e l'abbiamo preparata così. Penso che l'hanno interpretata bene, questo mi è piaciuto: c'è un po' di rammarico ma ci sta il pareggio”.

In futuro si cercheranno difensori con più stazza a livello aereo? Ha qualche rimpianto per i cambi finali?

Non ho rimpianti, non sono frustrato: sono felicissimo e orgoglioso. Sui giocatori alti vedremo col direttore a fine stagione, ci metteremo a discutere e programmare come è giusto che sia. C'è una partita da giocare prima e c'è da vedere cosa fanno gli altri, che a questo punto è importante. L’analisi sul problema la faremo con calma e poi le darò risposta”.

Si aspettava di più dai cambi, in particolare Luis Alberto e Felipe Anderson? Come mai è uscito Gila?

Gila non ce la faceva, ha chiesto lui il cambio ed era il quinto che facevamo. Luis e Felipe sono entrati perché volevamo avere un po' più di controllo in quel momento, loro spingevano forte e non siamo riusciti a tenere troppo la palla. È normale che l'Inter spinga, sono a casa loro e sono forti, è naturale. L'idea era quella, però non siamo riusciti. Ma va bene lo stesso”.

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