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Lazio, Acerbi: “Sarei rimasto a vita. Ho fatto un errore, ma la società…”

Francesco Acerbi
Francesco Acerbi è tornato a parlare sul suo rapporto con la Lazio nel corso di un'intervista rilasciata al CorriereDelloSport: le sue parole

redazionecittaceleste

Francesco Acerbi si è accasato all'Inter in estate, dopo che il rapporto con la Lazio si era ormai logorato. Il difensore centrale, che è attualmente via in prestito, ha ritrovato Inzaghi che vorrebbe confermarlo. Stessa volontà anche quella del calciatore, come rivelato al CorriereDelloSport"Ho un carattere forte, potrei andare in partita anche da solo. Sono arrivato al punto di non dover più dimostrare nulla. Sarei molto contento se l’Inter mi riscattasse, ma non avrei rimpianti in caso contrario". I nerazzurri, per confermarlo, sperano di strappare un prezzo più basso rispetto alle richieste di Lotito e il calciatore, nonostante l'età avanzata, è ancora convinto di poter fare la differenza. "La realtà è che se ho ancora due anni di contratto con la Lazio è perché ho un certo valore, anche se ho 35 anni", ha aggiunto. L'intervista è poi proseguita con il calciatore che è tornato a parlare del rapporto con la Lazio.

Perché è finita male con la Lazio? "Cominciamo dalla fine. Sarei rimasto a vita, altrimenti non avrei firmato per 5 anni. Ma sono stato comunque io a voler andare via. E a giugno l’ho comunicato a Sarri, che avrebbe voluto tenermi. Ero stato contentissimo per il suo arrivo. E non ho nulla da dire sul suo valore come allenatore: al contrario, è bravissimo, è forte e pensa calcio 24 ore su 24. Ma non mi sentivo adatto per quello che lui vuole da un difensore centrale. Io volevo divertirmi, fare quello che mi piace in campo: ho bisogno di anticipare l’avversario, di leggere il gioco. Sarri, invece, ha il suo sistema e o fai così o fai così. Attenzione, però, ho sempre dato tutto, senza mai risparmiarmi"

Non è stata solo una questione tecnica, però, è accaduto anche altro… "Come io davo il massimo, facevano lo stesso anche i miei compagni. Facevamo fatica, però. E ci fischiavano. Dopo il gol con il Genoa ho messo l’indice davanti alla bocca, facendo il gesto di stare zitti. Non era il caso, così ho chiesto scusa. Non è bastato: in quel momento si è rotto qualcosa. Ho un carattere focoso e tengo a quello che faccio. Sarebbe più semplice essere un paraculo, ma io non sono così. Nell’ultimo anno ho dovuto magiare tanta m…a. Ho fatto un errore, ma che vale 5 rispetto al 95 che ho dovuto ingoiare. Sono comunque andato avanti per la mia strada, mettendoci la faccia e fregandomene di tutto. E di questo sono molto orgoglioso. Altri, al posto mio, si sarebbero chiamati fuori molto prima". 

Si aspettava una difesa da parte della società? "Assolutamente. Puoi sbagliare, ma il club deve proteggerti in pubblico. Anche se poi ti massacra in privato". 

Cosa lascerebbe soddisfatto Acerbi al termine della stagione, a livello personale e di squadra? "Personalmente, mi farebbe piacere sentire chi mi ha puntato il dito contro ammettere di aver sbagliato. Sento ancora fastidio per ciò che è accaduto. Come squadra, invece, vorrei vincere: subito la Supercoppa e poi anche il campionato, riuscendo pure a fare strada in Champions. Sono convinto che da gennaio faremo una grande rincorsa".