Sempre meno al termine di questo ritiro sotto le Tre Cime di Lavaredo. Venerdì si ripartirà alla volta della Capitale dove i ragazzi di mister Sarri avranno qualche giorno di riposo prima di riprendere la parte finale della preparazione in Austria dove sono in programma altre due amichevoli. Una contro una vecchia conoscenza della Serie A (il Genoa il 27 luglio) e contro la nazionale ospitante del prossimo mondiale (il Qatar il 30 luglio). Ad Auronzo di Cadore, tuttavia, c'è ancora da fare e oltre gli ultimi giorni di allenamento a cui si lega anche l'ultima amichevole contro il Primorje. La giornata odierna, la quindicesima, ha visto andare in scena solo la seduta pomeridiana. Al termine dell'allenamento il match analyst Enrico Allavena ha preso la parola. Di seguito il suo intervento.
news
Lazio, Allavena: “Buone sensazioni, l’analisi video è fondamentale ormai”
Hai lavorato con Pioli, Inzaghi e Sarri, quali sono le differenze?
“Ogni allenatore ha le proprie caratteristiche, mi sono trovato bene con tutti. In questi otto anni sono cambiate proprio le tecnologie e tutto ciò che riguarda l’analisi delle gare. Si è evoluto in modo incredibile. Con Pioli avevamo un approccio differente, mi dava direttive specifiche, cercavo di assecondarlo ed ero da solo. Lo staff mi aiutava, ma si fidavano molto. Con Inzaghi ho lavorato con persone molto competenti e si faceva un lavoro di equipe. Ora con Sarri il lavoro è ancora più capillare, lo staff dà una mano in tutto e per tutto, ognuno ha una propria competenza. Siamo un bel gruppo amalgamato che lo scorso anno ha iniziato un ciclo importante”.
Hai parlato di nuove tecnologie e di aree di competenza. Il tutto va a confluire nel software interno. Tu sei il regista?
“Non è altro che lo sviluppo di alcune tecnologie che usavamo prima. Abbiamo visto che riesce a creare coesione in tutti i reparti del gruppo squadra. Prima ognuno aveva i propri server con i dati, ora invece si può inserire tutto in un unico server. Ognuno ha accesso e può vedere tutti i dati di cui ha bisogno”.
Sarri dichiara di essere un uomo di campo, ma il vostro supporto è sempre più fondamentale.
“Lui dice che vorrebbe fare più campo e meno video, gli allenamenti che vorrebbe fare lui sarebbero molto di più rispetto a quanti ne vorrebbe giocando ogni tre giorni. Ma tiene in alta considerazione il video, tutti i componenti dello staff sono molto attenti alla video analisi e a quello che succede sia in allenamento che in partita. Si creano video individuali, di reparto e di squadra. In questo ultimo anno i giocatori hanno virato rispetto a un maggiore apporto video”.
Il video diventa fondamentale nella prossima stagione, si può studiare l’avversario attraverso lo schermo?
“Sì, ci sarà molto studio video analitico, sul campo si farà quello che il mister riterrà opportuno partendo comunque da una base buona. Due terzi dei giocatori saranno con Sarri da un anno, siamo avvantaggiati”.
Quanto aiuta il drone?
“Da quando è arrivato Sarri è diventato il mio compagno di viaggio perché lui in qualsiasi allenamento o partita in ritiro preferisce la ripresa dal drone. È abituato così da tanti anni, riesce a trovare le cose che cerca”.
Spesso vediamo gli allenamenti terminare con le palle inattive. Quanto vi serve il supporto del drone per lavorare da questo punto di vista soprattutto nelle palle inattive a sfavore?
“È fondamentale, a seconda della angolazione della ripresa lui riesce anche a cogliere piccoli particolari di posizionamento”.
Preparare molte partite ravvicinate vi obbliga a dare informazioni alla squadra sovrapposte? Capita di fornire ai giocatori più elementi partita per partita? Ricordo in passato con Inzaghi partite preparate a tavolino e non sul campo.
“No, noi abbiamo magari i lavori che sono pronti da più tempo, a livello organizzativo è fondamentale avere un planning che permetta di arrivare a questi incontri ravvicinati con tutto il materiale pronto. Ma i giocatori finché non finisce una gara non vedono nulla della successiva”.
Lo scorso anno era un anno zero, quanta soddisfazione c’è stata per il quinto posto? E che aria si respira quest’anno?
“Per quanto riguarda la soddisfazione dello scorso anno è stata enorme perché era un anno zero, l’ho vissuta con partecipazione e ho cercato di fornire tutto ciò che avevo per entrare al meglio nello staff del mister. I giocatori hanno fatto uno sforzo enorme, si sono messi a disposizione, hanno sofferto e lottato. Quest’anno io ho delle buone sensazioni, ho visto un gruppo che si è unito subito ai nuovi e si è messo nelle condizioni di agevolarlo. Ho buone sensazioni”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA